di Nicholas Vinocur e Ingrid Melander
PARIGI (Reuters) - Il presidente francese François Hollande ha fatto arrabbiare diversi professionisti in questi mesi, dai tassisti ai medici, ma c'è una categoria che pochi avrebbero immaginato di vedere sfilare in corteo, quella dei notai.
I sondaggi indicano che Hollande, il meno popolare degli ultimi presidenti d'Oltralpe per la scarsa espansione economica francese, può contare, invece, su un ampio consenso nella battaglia per la deregolamentazione dell'attività dei notai - che guadagnano circa 13.000 euro netti al mese - e di altre 36 professioni.
Secondo una rilevazione Odoxa, a favore della liberalizzazione sono il 78% dei francesi ma Holland dovrà fare fronte alla forte resistenza delle categorie, a partire dagli stessi notai, che oggi terranno la loro prima manifestazione di piazza.
La protesta fa seguito ad altre simili iniziative organizzate da ufficiali giudiziari, impiegati dei tribunali e tassisti e indica il grado di opposizione alla politica di deregulation del governo socialista, che spera così di poter far vedere al'Europa che è davvero impegnato nelle riforme.
"Possiamo arrecare abbastanza disturbo, quindi non dovrebbero crearci troppi problemi", dice a Reuters Regis de Lafforest, capo dell'unione nazionale dei notai. Uno sciopero della categoria potrebbe arrecare diversi danni alla seconda economia della zona euro, bloccando le transazioni su proprietà ed eredità: "Sembra che il governo se ne sia scordato".
La Commissione europea preme sugli Stati membri perché "aprano" l'accesso a certe attività professionali per promuovere la concorrenza.
La Francia - che comunque, secondo il sito web della Commissione, ha meno professioni regolamentate rispetto a Germania e Austria - ha ignorato a lungo i suggerimenti di Bruxelles.
Poi, lo scorso luglio, la svolta: il ministro (ora ex) dell'Economia Arnaud Montebourg ha puntato il mirino contro 37 categorie professionali, e in particolare contro i notai che vivono di "reddito garantito". E il suo successore, l'ex banchiere Emmanuel Macron, sta portando avanti la stessa linea.
"Alcune di queste professioni non sono cambiate da decenni", ha detto oggi Macron ai microfoni di radio Europe 1. "La struttura della parcella dei notai non è cambiata dal 1978, quando io avevo un anno. Di sicuro il sistema deve cambiare".
Sono gli stessi notai a decidere in quanti possano praticare la professione: quest'anno, sono solo 9.541. Secondo un rapporto degli ispettori delle finanze il margine di profitto di un notaio è il doppio rispetto alla media di quanti lavorano nel settore aziendale.
Ieri, chiedendo la fiducia del Parlamento per il suo governo, il premier Emmanuel Valls ha detto che la politica di deregulation non intende minare le professioni, ma rafforzare l'economia.
Il disegno di legge in materia doveva arrivare in Parlamento in ottobre, ma è stato rinviato all'inizio dell'anno prossimo per affinarne i contenuti. Nel frattempo, le categorie coinvolte sono sul piede di guerra.
"Se la prendono con le 'orribili' professioni indipendenti per spiegare perché l'economia non cresce", dice Michel Chassang, a capo di un sindacato di professionisti che vanno dagli avvocati ai dentisti. "Ma stanno soltanto mascherando la loro stessa incompetenza".
MEDICINALI AL SUPERMARKET?
Secondo il governo, che è alle prese con un tasso di disccupazione superiore al 10% e che ha ammesso di non poter raggiungere l'obiettivo Ue di diminuzione del deficit fino al 2017, eliminare alcune regole potrebbe garantire l'aumento della crescita.
Anche se Macron ha minimizzato l'affermazione di Montebourg secondo cui la riforma potrebbe aumentare il potere d'acquisto dei consumatori di 6 miliardi di euro, il governo ha buone speranze che la mossa venga giudicata positivamente sia dalla Commissione Ue che dai partner europei.
"Stiamo scommettendo parecchio su questa cosa", ha detto un rappresentante del governo. "E' qualcosa che potrebbe dare credito alla Francia e che potremmo usare per mostrare che stiamo procedendo sulla strada delle riforme".
Un'importante fonte europea che ha a che fare con la materia dice che Bruxelles ha accolto positivamente la prova dell'impegno della Francia a riformare, dato che non è riuscita a rispettare il target sul rapporto deficit-Pil e vista la tendenza a varare misure strutturali deludenti.
"E' vero che se questa (riforma) passasse e se fosse ritenuta sufficiente potrebbe essere tenuta chiaramente in conto positivamente nella nostra valutazione complessiva sulla Francia", dice la fonte, che però aggiunge: "Tutto dipende da quanto sono importanti queste riforme. Saranno sufficienti? Vedremo".
Le nuove norme, per esempio, potrebbero consentire di acquistare al supermercato alcuni prodotti farmaceutici attualmente disponibili solo in farmacia. Presso le scuole guida potrebbe essere personale privo di certificazioni a esaminare i candidati, riducendo tempi d'attesa e costi.
Nel 2013, circa 530.000 persone in attesa della patente che non avevano passato il primo esame - il 40% del totale - hanno dovuto aspettare mediamente 98 giorni per fare una nuova prova, spendendo anche più soldi per le lezioni oltre ai 1.500 euro già pagati in media per il corso.
La legge potrebbe anche facilitare l'accesso a professioni come quella notarile, che richiede lunghi studi e, in certi casi, pesanti caparre per aprire uno studio.
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