Investing.com - La sterlina rimbalza al massimo di due settimane contro il dollaro questo mercoledì e ha toccato il massimo di 16 mesi contro l’euro in seguito ai dati che hanno mostrato un’impennata delle vendite al dettaglio britanniche ad aprile, mentre i verbali del vertice di maggio della Banca d’Inghilterra indicano che i policy maker stanno attuando una linea più dura.
Il cambio GBP/USD ha toccato 1,6921, il massimo dal 9 maggio, per poi attestarsi in salita dello 0,42% a 1,6908.
Supporto a 1,6801, il minimo di ieri e resistenza a 1,6973, il massimo dell’8 maggio e di quasi cinque anni.
Le vendite al dettaglio hanno subito un’impennata dell’1,3% ad aprile, secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica britannico, oltre il doppio del previsto aumento dello 0,5%, per via dell’aumento delle vendite di prodotti alimentari durante il periodo di Pasqua.
Su base annua, le vendite al dettaglio sono salite del 6,9% ad aprile, contro le aspettative di un aumento del 5,2% dopo essere aumentate del 4,8% a marzo.
Allo stesso tempo, i verbali del vertice di maggio della BoE hanno mostrato che la Commissione di Politica Monetaria ha votato all’unanimità per mantenere i tassi di interesse al minimo storico.
Tuttavia, secondo i verbali, alcuni membri credono che la decisione sulla tempistica dell’aumento dei tassi stia “diventando più equilibrata”, indicando che alcuni policy maker sono più rigidi circa l’aumento dei tassi di prestito.
Il dollaro resta in calo in attesa dei verbali del recente vertice di politica monetaria della Federal Reserve previsti per oggi, per avere ulteriori indicazioni sulle opinioni della banca centrale in merito all’economia.
I recenti report economici statunitensi che hanno indicato che la ripresa resta incostante hanno pesato sul rendimento dei titoli del Tesoro USA, facendo scendere il dollaro.
Ieri, il Presidente della Fed di New York William Dudley ha ribadito la posizione cauta della banca centrale, dichiarando che il ritmo dell’aumento dei tassi resterà “lento”.
Il cambio EUR/GBP è sceso dello 0,31% a 0,8103, il minimo dal gennaio 2013 per poi attestarsi in calo dello 0,32% a 0,8109.
L’euro è rimasto sotto pressione tra le crescenti aspettative di un allentamento monetario da parte della Banca Centrale Europea durante il prossimo vertice di giugno e i dati della scorsa settimana che hanno mostrato come l’economia della zona euro sia cresciuta ad un tasso più lento del previsto nel primo trimestre.