TOKYO (Reuters) - L'export giapponese è salito in maggio al ritmo più sostenuto da quattro mesi grazie all'aumento delle consegne di automobili, componenti auto e attrezzature per semiconduttori, in un segnale di tenuta della domanda globale.
L'incremento delle esportazioni è stato pari all'8,1% su anno, più ampio delle previsioni (+7,5%), dopo il +7,8% di aprile.
Le importazioni segnano un incremento del 14,0% in maggio, legato soprattutto alla salita dei prezzi petroliferi, contro stime per un +8,2%.
La bilancia commerciale risulta in deficit di circa 578 miliardi di yen (5,23 miliardi di dollari), a fronte di stime per un rosso più limitato, a 235 miliardi.
"L'export continuerà a riprendersi ma sono un po' preoccupato per il passo di crescita" commenta l'economista di Mitsubishi UFJ Morgan Stanley (NYSE:MS) Securities Shuji Tonouchi. "Le frizioni tra Usa e Cina sulle politiche commerciali potrebbero avere un impatto sul Giappone. Questo è un fattore di rischio per il Giappone e il commercio globale".
Se la buona domanda internazionale sembra poter sostenere l'export giapponese su un percorso di crescita, il surplus del paese nei confronti degli Usa potrebbe diventare un target per le politiche protezionistiche del presidente Usa Donald Trump.
Nei confronti degli Usa, l'export giapponese è salito del 5,8% annuo in maggio (dopo il 4,3% di aprile), mentre le importazioni segnano un incremento del 19,9%: ne segue un attivo commerciale per il Giappone di circa 340 miliardi di yen (-17,3% su anno), il più basso da gennaio 2013.