ROMA (Reuters) - Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha detto oggi di avere letto indiscrezioni prive di fondamento sul pagamento di un riscatto per le due volontarie rapite in Siria e tornate oggi a Roma, ma che la tutela della vita degli ostaggi è sempre stata la priorità di ogni governo italiano.
Vanessa Marzullo e Greta Ramelli erano state rapite nella notte del 31 luglio scorso vicino ad Aleppo mentre cercavano di organizzare un servizio di assistenza sanitaria nella città del nord della Siria teatro di combattimenti.
Sono atterrate all'aeroporto di Ciampino alle 4 di questa mattina con un volo proveniente dalla Turchia, "molto provate", come ha detto Gentiloni riferendo alla Camera dei deputati sulla vicenda.
Il capo della Farnesina non ha detto chiaramente se sia stato pagato un riscatto per le due cooperanti, ma di avere letto nelle ultime ore "indiscrezioni prive di reale fondamento e in qualche caso veicolate da gruppi terroristici".
Alcuni media italiani hanno citato oggi fonti arabe secondo cui sarebbe stato pagato un riscatto di 12 milioni di euro alla costola siriana di al Qaeda, il Fronte al-Nusra.
"Siamo contrari al pagamento di riscatti e partecipiamo al contrasto multilaterale ai sequestri di persona a scopo di riscatto. In ogni modo la nostra priorità è indirizzata alla tutela della vita e dell'integrità fisica dei nostri connazionali", ha proseguito il ministro nel passaggio centrale del suo intervento.
Ad una settimana dagli attacchi islamisti a Parigi che hanno ucciso 17 persone e il giorno dopo che la polizia belga ha ucciso due uomini in un raid contro un presunto gruppo islamico, la possibilità che denaro italiano vada a finanziare attentati ha sollevato un'ondata di critiche mai viste prima.
Il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha scritto su Twitter: "Se veramente per liberare le due amiche dei siriani il governo avesse pagato un riscatto di 12 milioni, sarebbe uno schifo!".
Gentiloni ha sottolineato che "in tema di rapimenti l'Italia si attiene a regole e comportamenti condivisi in ambito internazionale", che hanno permesso negli ultimi mesi la liberazione di ostaggi non solo italiani, ma anche francesi, spagnoli, danesi e statunitensi.
La tutela dell'incolumità degli ostaggi non rappresenta "la linea di questo governo, ma quella dell'Italia", a cui si sono attenuti anche i precedenti esecutivi di qualsiasi colore politico.
Infine, Gentiloni ha ricordato che l'Italia è ancora impegnata per la liberazione del religioso Paolo Dall'Oglio e di Giovanni Lo Porto, sequestrati rispettivamente in Siria e in Pakistan.
La questione del pagamento di riscatti, però, è diventata più sensibile da quando i militanti islamici hanno decapitato alcuni ostaggi occidentali. Gli Usa hanno invitato gli alleati europei a non pagare riscatti.
Il New York Times ha scritto lo scorso anno che al Qaeda e i suoi affiliati hanno incassato almeno 125 milioni di dollari dai riscatti dal 2008, in gran parte provenienti dai governi europei che hanno pagato attraverso intermediari.
(Roberto Landucci, James Mackenzie)
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