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Inflazione Eurozona rallenta per la prima volta in 17 mesi, va peggio in Italia

Pubblicato 30.11.2022, 11:26
Aggiornato 30.11.2022, 11:43
© Reuters.

Di Alessandro Albano 

Investing - L'inflazione dell'area euro ha dato qualche segnale di rallentamento nel mese di novembre toccando il +10% su base annuale, una decelerazione che per altro non avveniva da 17 mesi e che potrebbe far pensare la Bce circa i prossimi rialzi dei tassi d'interesse. 

Come mostrato dalle stime preliminari dell'Eurostat, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato al 10% dal 10,6% rivisto di ottobre e rispetto al 10,4% atteso dal consenso degli economisti.

Guardando alle principali componenti, l'energia ha continuato a registrare il tasso più elevato anche se in miglioramento (34,9%, rispetto al 41,5% di ottobre), seguita dal paniere degli alimentari (13,6%, rispetto al 13,1% di ottobre), beni industriali non energetici (6,1%, stabile rispetto a ottobre) e servizi (4,2%, rispetto al 4,3% di ottobre).

Una lettura che, tuttavia, non trova riscontro in Italia, dove l'IPC è aumentato dell'11,8% come nel mese di ottobre, a cui corrisponde un indice armonizzato europeo del +12,5% (12,6% nel mese precedente), 

L'indice annuale, quindi, resta ancora sui massimi dal marzo del 1984, a causa, ha spiegato l'Istat, "di altre componenti che continuano ad accelerare, tra cui gli energetici regolamentati e in misura minore gli alimentari lavorati".

Rallentano, invece, i prezzi di altre componenti che ne avevano sostenuto l'ascesa come gli energetici non regolamentati e in misura minore gli alimentari non lavorati. 

Lato crescita, l'istituto di statistica ha confermato stamattina il dato congiunturale e tendenziale del Pil del terzo trimestre, salito dello 0,5% su trimestre e del 2,6% su anno, in entrambi i casi in linea con i dati indicati preliminarmente e con variazione acquisita per il 2022 pari al +3,9%.

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"Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono risultati in espansione, con tassi di crescita dell'1,7% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti, mentre la domanda estera netta ha contribuito negativamente alla crescita del Pil", ha scritto l'Istat in nota. 

Mercati europei comunque positivi dopo i dati, con FTSE MIB in rialzo dello 0,6% ed Euro Stoxx 50 al +0,8%.

Ultimi commenti

Articoli acchiappa views senza verità.
può essere che l'inflazione sia in calo nell'ultima rilevazione e che torni a salire in quelle successive, ma i numeri non si possono falsare.
Quindi di senza veritá c è la tua foto del profilo
 peccato che esisto ahaha ma continuate a commentare con quello che credete, tanto il forum è solo per gli haters. Tolgo il disturbo!
gli alimentari sono aumentati dal 40 al 100% da febbraio. 🧐
se tutti diminuissero la spesa le aziende ridurrebbero i guadagni ,inizierebbero a licenziare e si arriverebbe ad un ciclo recessivo autoalimentate...cosa che non è mai bella
seguendo il Suo ragionamento, mi sentirei di dirLe che Lei avrebbe un Q.I. di 800 punti.
  che ragionamento banalmente semplicistico e irreale... pensi solo al fatto che le aziende riducono i guadagni anche comprando a prezzi piu' alti i beni che necessitano per la pruduzione, l'energia.... ecc...   ma che dice???? secondo il suo ragionamento assurdo allora l'unico modo per aumentare i profitti è alzare i prezzi ?? e le economie di scala?  le razionalizzazioni? il miglioramento tecnologico e produttivo? ecc. ecc....
Inflazione al 10% e dire va molto meglio (peraltro per uno 0,6% di meno) mi sembra poco esatto.
Devi guardare le aspettative e non il dato in se per se. Il mercato e il mondo non s’interessa dell’oggi ma delle aspettative per il futuro quello che succede è gia stato “scontato”
Dicasi dato tendenziale: se un valore oggi sale rispetto a ieri la tendenza è al rialzo e ci si attende che salirà anche domani , se oggi scende rispetto a ieri ci si attende che scenderà anche domani (auspicabilmente verso l obiettivo del 2%)
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