Di Alessandro Albano
Investing - L'inflazione dell'area euro ha dato qualche segnale di rallentamento nel mese di novembre toccando il +10% su base annuale, una decelerazione che per altro non avveniva da 17 mesi e che potrebbe far pensare la Bce circa i prossimi rialzi dei tassi d'interesse.
Come mostrato dalle stime preliminari dell'Eurostat, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato al 10% dal 10,6% rivisto di ottobre e rispetto al 10,4% atteso dal consenso degli economisti.
Guardando alle principali componenti, l'energia ha continuato a registrare il tasso più elevato anche se in miglioramento (34,9%, rispetto al 41,5% di ottobre), seguita dal paniere degli alimentari (13,6%, rispetto al 13,1% di ottobre), beni industriali non energetici (6,1%, stabile rispetto a ottobre) e servizi (4,2%, rispetto al 4,3% di ottobre).
Una lettura che, tuttavia, non trova riscontro in Italia, dove l'IPC è aumentato dell'11,8% come nel mese di ottobre, a cui corrisponde un indice armonizzato europeo del +12,5% (12,6% nel mese precedente),
L'indice annuale, quindi, resta ancora sui massimi dal marzo del 1984, a causa, ha spiegato l'Istat, "di altre componenti che continuano ad accelerare, tra cui gli energetici regolamentati e in misura minore gli alimentari lavorati".
Rallentano, invece, i prezzi di altre componenti che ne avevano sostenuto l'ascesa come gli energetici non regolamentati e in misura minore gli alimentari non lavorati.
Lato crescita, l'istituto di statistica ha confermato stamattina il dato congiunturale e tendenziale del Pil del terzo trimestre, salito dello 0,5% su trimestre e del 2,6% su anno, in entrambi i casi in linea con i dati indicati preliminarmente e con variazione acquisita per il 2022 pari al +3,9%.
"Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono risultati in espansione, con tassi di crescita dell'1,7% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti, mentre la domanda estera netta ha contribuito negativamente alla crescita del Pil", ha scritto l'Istat in nota.
Mercati europei comunque positivi dopo i dati, con FTSE MIB in rialzo dello 0,6% ed Euro Stoxx 50 al +0,8%.