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Inflazione zona euro aumenta, ma tassi Bce restano stabili

Pubblicato 19.01.2022, 11:29
Aggiornato 19.01.2022, 11:36
© Reuters. FILE PHOTO: The euro sign is photographed in front of the former headquarters of the European Central Bank in Frankfurt, Germany, April 9, 2019. REUTERS/Kai Pfaffenbach

BANGALORE (Reuters) - Secondo gli economisti intervistati da Reuters, l'inflazione della zona euro è destinata a rimanere per tutto il 2022 su livelli piu' alti rispetto a quelli previsti un mese fa, elemento che potrebbe aumentare la pressione per un inasprimento della politica della Banca centrale europea una volta passata l'ondata Omicron della pandemia.

Nel breve termine, il virus rimane un fattore imprevedibile. Questo spiega l'ampio raggio di previsioni sulla crescita economica nel sondaggio condotto tra l'11 e il 18 gennaio in cui la mediana per il trimestre in corso cala allo 0,5% dallo 0,7%.

Più di due terzi degli economisti intervistati ha detto che la variante Omicron avrà un impatto economico più lieve rispetto alla variante Delta, principalmente perché al momento sono in atto meno restrizioni.

Le previsioni sull'inflazione sono riviste al rialzo per il settimo sondaggio consecutivo, portandosi al 4,1% per il primo trimestre dell'anno e al 3,7% per il secondo, ben al di sopra dell'obiettivo del 2,0% della Bce.

Tuttavia, sembra probabile che l'inflazione nella zona euro abbia raggiunto il picco nell'ultimo trimestre del 2021.

L'aumento annuale dei prezzi al consumo ha raggiunto il livello record del 5% il mese scorso, ma la Bce ha resistito alle richieste di una politica monetaria più restrittiva, ritenendo che le pressioni sui prezzi si allenteranno nel corso del 2022.

Finora, il sondaggio conferma questa opinione, con l'inflazione vista scendere all'1,9% - appena al di sotto del suo obiettivo - nel quarto trimestre e in media inferiore al 2,0% da quel momento in poi.

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Quasi tutti gli economisti che hanno partecipato al sondaggio si aspettano che i tassi di interesse ufficiali rimangano stabili fino al 2023.

Dei 39 economisti che hanno elaborato una previsione dei tassi per il 2023, quelli che vedono un aumento dei tassi sono equamente divisi sul fatto che potrebbe accadere nella prima o nella seconda metà del prossimo anno.

Ciò è in netto contrasto con le mosse della Federal Reserve statunitense, che, di fronte all'inflazione più alta degli ultimi 40 anni, dovrebbe aumentare gia' a marzo il tasso sui fondi federali oggi vicino a zero.

Secondo alcuni economisti, anche la Bce dovrebbe intervenire presto.

Alla domanda su quando la Bce terminerà il programma di acquisto di asset, circa l'85% di coloro che hanno risposto, 28 su 33, ritiene che accadrà entro la fine della prima metà del 2023.

 

(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Roma, Giselda Vagnoni alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614)

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