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Italia, commercio estero in rosso nel 2022, pesa energia - Istat

Pubblicato 16.02.2023, 10:51
Aggiornato 16.02.2023, 10:54
© Reuters. Una bandiera italiana e una bandiera dell'Unione europea a Roma. REUTERS/Yara Nardi

ROMA (Reuters) - Nel 2022 il commercio estero italiano ha registrato un deficit su cui ha pesato soprattutto l'energia, nonostante una crescita di quasi il 20% dell'export.

Secondo i dati diffusi stamani da Istat, il disavanzo commerciale lo scorso anno è stato di 31 miliardi di euro a fronte di un surplus di 40,33 miliardi nel 2021. Ben più ampio il deficit energetico, pari a 111,28 miliardi contro i -48,36 dell'anno prima.

"Nel complesso del 2022, l'export registra una crescita del 19,9%, sintesi di incrementi analoghi sui mercati Ue (+19,7%) ed extra Ue (+20,2%)", spiega in una nota Istat, aggiungendo che la crescita è "trainata in particolare dalle vendite di beni di consumo non durevoli e beni intermedi".

La crescita "più marcata dell'import (+36,5%) è spiegata soprattutto dai maggiori acquisti di prodotti energetici".

L'istituto di statistica spiega che l'incremento in valore lo scorso anno di entrambi i flussi con l'estero "riflette un'analoga crescita dei valori medi unitari, con una dinamica dei volumi pressoché stazionaria".

Guardando al solo mese di dicembre, si registra un avanzo di 1,067 miliardi di euro rispetto al passivo di 1,475 miliardi nello stesso mese del 2021, con le esportazioni in aumento del 13,5% su base annua e le importazioni del 7,7%.

Con i soli Paesi dell'Unione europea, l'Italia ha segnato nell'ultimo mese del 2022 un disavanzo commerciale di 2,932 miliardi contro il deficit di 3,698 miliardi nello stesso mese del 2021. L'export è aumentato dell'8,6% e l'import del 4,5%.

© Reuters. Una bandiera italiana e una bandiera dell'Unione europea a Roma. REUTERS/Yara Nardi

"Nel quarto trimestre 2022, rispetto al precedente, l'export cresce dello 0,8%, l'import diminuisce del 6,6%", sottolinea Istat.

Per quanto riguarda i prezzi all'import, nella media del 2022 "segnano una crescita del 18,5%, la più alta dal 2005, ossia da quando è disponibile la serie storica dell'indice; al netto dell'energia, i prezzi crescono in media d'anno del 10,3% (+4,7% nel 2021)".

(Antonella Cinelli, editing Stefano Bernabei)

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