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Italia, covid alleato del governo nella spinta ai pagamenti digitali

Pubblicato 08.10.2020, 15:34
Aggiornato 08.10.2020, 15:36
© Reuters. Una donna paga il conto in un ristorante di Milano utilizzando la carta

di Elisa Anzolin e Gavin Jones

ROMA/MILANO (Reuters) - L'epidemia di coronavirus ha accelerato la diffusione dei pagamenti digitali in Italia - dove il contante è sempre stato il principale mezzo di pagamento - rivelandosi un inaspettato alleato del governo che sta studiando misure per rafforzare l'uso delle carte per contrastare l'evasione fiscale.

Secondo stime del Tesoro, ogni anno vengono evasi circa 109 miliardi di euro, pari a quasi il 21% del gettito fiscale.

Il governo ritiene quindi che una possibile soluzione sia l'incremento dei pagamenti digitali che, al contrario del contante, sono tracciabili.

Allo studio ci sono il rimborso di parte delle spese sostenute pagando con le carte e una lotteria degli scontrini con un montepremi di circa 50 milioni.

"Abbiamo assistito a un aumento dei pagamenti digitali a partire dal lockdown, principalmente perché le persone non vogliono toccare monete e banconote", spiega Cinzia Di Siena, che gestisce una farmacia a Roma da 13 anni.

Secondo uno studio pubblicato la scorsa settimana da Assofin, Nomisma e Ipsos "la pandemia è stata anche una grande occasione per familiarizzare con, o per testare, gli acquisti digitali: quasi 8 italiani su 10 sono ricorsi all’e-commerce in questo periodo, non solo per la spesa online".

Lo studio inoltre spiega che il 31% degli italiani ha fatto un uso maggiore del commercio elettronico durante il lockdown, contro il 23% negli Stati Uniti, il 18% in Germania e il 16% in Gran Bretagna.

Nonostante il trend degli ultimi mesi, l'Italia è comunque ben lontana dal livello di utilizzo dei pagamenti digitali di gran parte dei Paesi del nord Europa. I dati diffusi dalla Banca centrale europea mostrano che i pagamenti effettuati lo scorso anno in Italia tramite carta sono pari al 12,3% del prodotto interno lordo, rispetto a una media del 16,6% della zona euro.

PAGA IN CONTANTI O CON LA CARTA?

La maggior parte dei tassisti o delle bancarelle al mercato continuano a non accettare pagamenti con carta ed è comune che studi medici privati o altri professionisti propongano al cliente prezzi diversi se il pagamento avviene con contanti o con la carta.

Per incentivare i pagamenti digitali, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che per i pagamenti digitali effettuati dal primo dicembre 2020 è previsto un rimborso del 10% delle spese, per un tetto di 3000 euro annui di acquisti.

Inoltre i 100.000 cittadini che useranno il maggior numero di volte la carta in sei mesi - a prescindere dall'importo della singola transazione - riceveranno un super cash-back di 3.000 euro l'anno.

Infine, ci saranno fino a 50 milioni di euro in palio con la lotteria degli scontrini dedicata a chi usa la moneta elettronica.

Sabrina Patrizi, che da vent'anni gestisce un banco nel trafficato mercato dell'Alberone a Roma sud, ritiene che gli incentivi stiano modificando le abitudini dei clienti già prima di entrare in vigore.

"In questo mercato si è sempre utilizzato sempre e solo il contante ma, di recente, il numero delle persone che vogliono pagare tramite carta è triplicato", spiega, aggiungendo di aver appena acquistato un pos.

Gli ostacoli spesso menzionati dagli aficionados del contante, come proprietari di bar e negozianti, sono le commissioni e i costi operativi e di installazione del pos.

Questi costi non sono fissi ma vengono negoziati tra banche e singoli clienti. Negli ultimi anni si è assistito a un calo dei costi ma, secondo alcuni commercianti questi costi riducono i margini di profitto del 4%.

IL CAFFÈ SI PAGA IN CONTANTI

"Forse le banche dovrebbero togliere le commissioni sotto una certa soglia", spiega Benedetta Pizzolato, che gestisce una pasticceria in centro a Milano.

"C'è stato un incremento dei pagamenti con carta dopo lo scoppio dell'epidemia di covid, le persone non amano pagare più molto con i contanti per non toccare i soldi", aggiunge, mentre si disinfetta la mani e il pos sul bancone.

Annamaria Paredes, che gestisce da 10 anni un bar a Roma, ha detto di aver chiuso il rapporto con una banca a causa della commissione di 1 euro e 30 centesimi su ogni transazione con carta una volta superati i 1.000 euro al mese.

"Ogni tanto qualcuno cerca di pagare un caffè con la carta e io mi limito a dire: 'non preoccuparti, te lo offro io'", dice.

L'Italia potrebbe non raggiungere mai i livelli di utilizzo di carte di Paesi come la Gran Bretagna in cui, secondo l'associazione di categoria del settore bancario UK Finance, lo scorso anno il contante è stato utilizzato per appena il 23% dei pagamenti o la Svezia, in cui molti negozi non accettano monete e banconote.

Tuttavia anche quegli italiani abituati per anni a utilizzare solamente i contanti, si stanno adeguando al cambiamento, seppur con riluttanza.

"Sono in contatto con la banca per l'installazione del pos, perché sempre più persone vogliono pagare con la carta" dice l'80enne Antonio Iuliano, proprietario, da 44 anni, dello Snack Bar Tony.

© Reuters. Una donna paga il conto in un ristorante di Milano utilizzando la carta

"Il problema sono le commissioni, quindi prevedo di non accettare pagamenti con carta al di sotto dei sette euro".

(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Maria Pia Quaglia, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)

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