di Elvira Pollina
MILANO (Reuters) - L'economia italiana crescerà debolmente quest'anno senza scivolare in recessione ma, sia l'andamento del Pil che quello dei conti pubblici, risulteranno essere peggiori rispetto ai target concordati dal governo con Bruxelles al termine del tormentato percorso che ha evitato l'apertura di una procedura d'infrazione.
E' quanto emerge dal sondaggio trimestrale condotto da Reuters sull'economia italiana, dove emerge una generalizzata revisione in senso peggiorativo delle stime di tutti gli indicatori rispetto alle previsioni di ottobre, in un contesto generalizzato di rallentamento dell'economia globale, su cui grava la disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina, ed europea.
A questo si abbinano le incognite legate alle politiche economiche del governo Lega-M5s, che hanno provocato non poche tensioni sui mercati finanziari, soprattutto nella fase di difficile confronto con Bruxelles.
Tensioni che non sono del tutto rientrate e che potrebbero riemergere nel corso di quest'anno, penalizzando ulteriormente gli investimenti.
Alle misure bandiera dei due partiti al governo -- l'introduzione di un sussidio destinato a riaccompagnare le persone nel mondo del lavoro e l'apertura di una finestra per consentire l'anticipo dell'età pensionabile -- non viene accreditato un impatto significativo dagli addetti ai lavori in termini di crescita.
Stando alla mediana delle attese, l'economia italiana dovrebbe evitare lo scivolamento in recessione tecnica nell'ultimo trimestre del 2018, segnando una variazione congiunturale nulla dopo la flessione di 0,2% tra luglio e settembre.
Nel corso del 2019 l'espansione dell'economia resterà debole su base trimestrale, nell'ordine di 1-2 decimali.
Il consensus sulla crescita del Pil per l'intero anno in corso si attesta a 0,7% contro 1,1% di ottobre e 1,0% del target del governo, mentre il tasso di disoccupazione è destinato a restare oltre il 10%.
La dinamica congiunturale più debole si riflette negativamente sui conti pubblici: il deficit/Pil 2019 è previsto a 2,5% da 2,4% stimato a ottobre, superiore al target di 2% concordato con Bruxelles.
Nelle attese degli economisti il rapporto debito/Pil quest'anno dovrebbe attestarsi a 131,5% contro 130,2% stimato ad ottobre, mentre il governo ha inserito nella legge di Stabilità un target di 130,7%.
Sul fronte di prezzi al consumo, l'inflazione quest'anno è indicata a 1,2%, stabile rispetto al 2018, e più bassa di un decimale rispetto al sondaggio di ottobre.
- sondaggio compilato da Viviana Venturi