BEIRUT (Reuters) - Crescono le pressioni affinché il governo libanese si dimetta a seguito dell'enorme esplosione che ha acceso le proteste anti-governative e provocato le dimissioni di diversi ministri, ultimo il titolare della Giustizia.
Il 4 agosto scorso la detonazione di oltre 2.000 tonnellate di nitrato di ammonio in un magazzino a Beirut ha ucciso 158 persone, provocato oltre 6.000 feriti e distrutto un lembo della città mediterranea, aggravando mesi di crisi economica e politica e portando a furiose richieste di dimissioni dell'interno governo.
In programma per oggi una riunione dell'esecutivo, formatosi a gennaio con il sostegno del potente gruppo filo-iraniano Hezbollah e dei suoi alleati, con molti ministri pronti a presentare le dimissioni, secondo fonti ministeriali e politiche.
I ministri dell'Informazione e dell'Ambiente hanno lasciato l'incarico ieri, così come diversi parlamentari. Il ministro della Giustizia ha rassegnato le dimissioni oggi, citando la catastrofica esplosione.
"L'intero regime deve cambiare. Un nuovo governo non farà alcuna differenza", ha detto a Reuters Joe Haddad, un ingegnere. "Abbiamo bisogno di elezioni rapide".
Il primo ministro Hassan Diab ha detto sabato che richiederà le elezioni parlamentari anticipate.