Investing.com - I prezzi al consumo USA salgono meno del previsto a settembre, ma indicano comunque un aumento stabile dell’inflazione, continuando a fare pressione sulla Federal Reserve affinché resti fedele al piano di aumenti graduali dei tassi di interesse.
Secondo il Dipartimento per il Lavoro USA, l’indice sui prezzi al consumo (IPC) è salito dello 0,1% il mese scorso, contro le aspettative di un aumento dello 0,2%.
Nei 12 mesi terminati a settembre, l’inflazione è salita del 2,3%, meno del 2,4% previsto e del 2,7% di agosto.
L’indice IPC core, un importante indicatore delle pressioni sui prezzi al consumo che esclude i costi di alimenti ed energia, è salito dello 0,1% rispetto al mese prima, meno dello 0,2% previsto.
L’aumento annuo dell’inflazione IPC core è stato del 2,2%. Gli economisti si aspettavano un incremento del 2,3%.
I prezzi core sono considerati dalla Federal Reserve un indicatore migliore delle pressioni inflazionarie a lungo termine poiché escludono i costi delle categorie volatili come alimenti ed energia. La banca centrale di solito punta ad un’inflazione core vicina al 2%.
I recenti report economici USA incoraggianti e la valutazione positiva dell’economia da parte del Presidente della Fed Jerome Powell hanno alimentato le aspettative di un ritmo più rapido degli aumenti dei tassi da parte della banca centrale.
La Fed dovrebbe alzare i tassi per la quarta volta quest’anno a dicembre ed ha altri tre aumenti in programma per il 2019.
Il rendimento dei Buoni del Tesoro USA ha cominciato a salire la scorsa settimana, nelle aspettative di tassi di interesse più alti. L’aumento del rendimento dei bond, insieme ai timori per il rallentamento della crescita globale ed alle tensioni commerciali, ha scatenato un selloff che ha portato Wall Street a segnare la giornata peggiore in otto mesi ieri.
Il tonfo di Wall Street ha spinto il Presidente USA Donald Trump a criticare nuovamente la Fed, definendola ”pazza” per la sua intenzione di continuare ad alzare i tassi.