MILANO (Reuters) - Fitch ha tagliato le stime di crescita sul Pil italiano di quest'anno e del prossimo, a causa soprattutto del peggioramento della situazione internazionale.
È quanto emerge dall'ultima edizione del Global Economic Outlook, pubblicato oggi da Fitch, in cui un taglio delle prospettive di crescita viene subito da numerose economie mondiali, soprattutto emergenti (in particolare Brasile, Russia e Sud Africa) ma anche da paesi più avanzati.
Fitch prevede per l'Italia una crescita dell'1,0% nel 2016 e dell'1,3% nel 2017, contro stime rispettivamente a +1,3% e a +1,5% contenute nel Global Economic Outlook dello scorso dicembre.
TRAINO CRESCITA DA CONSUMI
Nel dettagli Fitch ipotizza una crescita dello 0,2% congiunturale nel primo trimestre 2016, seguita nei trimestri successivi da +0,4%, 0,3% e 0,3%.
"Il rallentamento riflette in gran parte il peggioramento delle condizioni esterne" scrive Fitch, sottolineando che gli investimenti sono rimasti deboli e che l'anno scorso il principale traino alla crescita sono stati i consumi, elemento che dovrebbe confermarsi anche nel 2016 e nel 2017.
"Una perdurante debolezza dell'andamento dell'export resta uno dei principali fattori di freno della crescita" osserva l'agenzia.
"La crescita reale dei redditi è sostenuta dalla discesa dei prezzi petroliferi. Ulteriori misure straordinarie della Bce dovrebbero sostenere le condizioni di credito ma l'aumento del premio al rischio sulle banche italiane potrebbe avere una tendenza restrittiva" si legge nel rapporto, in cui si prevede inoltre "una modesta ripresa" degli investimenti.
RISCHI SU SPESA DA CRISI MIGRANTI
Venendo alla politica economica del governo Fitch spiega che la Legge di stabilità 2016 è "moderatamente espansiva", cosa che dovrebbe sostenerne la domanda domestica. Tuttavia qualche rischio potrebbe derivare da un aumento della spesa oltre il budget, in particolare in relazione alla crisi dei migranti.
Sul mercato del lavoro Fitch parla di ripresa "lenta", con un declino solo "graduale" della disoccupazione, a causa dell'ampliamento della forza lavoro.
L'inflazione resterà invece debole, si legge, in linea con tutta la zona euro. Le stime dell'agenzia si attestano su un tasso armonizzato pari allo 0,4% nel 2016 e dell'1,5% nel 2017.