Il 41% dei debiti delle famiglie italiane è riconducibile all’accensione di un mutuo per la casa. E’ quanto scrive Bankitalia nel suo ultimo rapporto. L’indagine dunque conferma come gli italiani considerino la casa come il bene principale, imprescindibile per poter vivere una vita sana e serena.
In diminuzione i debiti di tipo commerciale (che ammontano al 21%) così come al ‘rosso’ per consumi ed altri tipi di finanziamento, rispettivamente al 13,6% ed al 20%.Gli italiani, inoltre, risolvono spesso il dubbio tra mutui variabili e fissi scegliendo in maniera propenderante i primi.
‘Negli ultimi due anni‘ si legge nel rapporto della Banca d’Italia ‘è fortemente rallentata la dinamica del valore dei mutui per l'acquisto dell'abitazione: l’incremento si è stabilizzato sul 2 per cento annuo contro un valore di circa il 16 per cento annuo del periodo 1995-2009. Anche il credito al consumo ha fatto registrare una forte decelerazione, dal 20,5 per cento in media nel periodo 1995-2009 al 4,8 fra il 2009 e il 2010, mentre la restante categoria degli altri prestiti ha registrato un aumento del 12 per cento circa, molto superiore alla variazione media annua del periodo 1995-2009 (3 per cento). La crescita dei debiti commerciali fra il 2009 e il 2010 è sostanzialmente in linea con quella del periodo 1995-2009 (rispettivamente 4,1 e 3,5 per cento)‘.
Ancora: ‘Rispetto al 2009 la quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani si è invece ridotta di quasi un punto percentuale così come quella detenuta in azioni e partecipazioni (un punto percentuale), completamente ascrivibile alla riduzione della quota di titoli italiani. E’ continuata la ripresa, seppur debole, della ricchezza detenuta dalle famiglie in fondi comuni d’investimento dopo la caduta del 2008‘.
Fonte: MutuoNews.it - Creative Commons
In diminuzione i debiti di tipo commerciale (che ammontano al 21%) così come al ‘rosso’ per consumi ed altri tipi di finanziamento, rispettivamente al 13,6% ed al 20%.Gli italiani, inoltre, risolvono spesso il dubbio tra mutui variabili e fissi scegliendo in maniera propenderante i primi.
‘Negli ultimi due anni‘ si legge nel rapporto della Banca d’Italia ‘è fortemente rallentata la dinamica del valore dei mutui per l'acquisto dell'abitazione: l’incremento si è stabilizzato sul 2 per cento annuo contro un valore di circa il 16 per cento annuo del periodo 1995-2009. Anche il credito al consumo ha fatto registrare una forte decelerazione, dal 20,5 per cento in media nel periodo 1995-2009 al 4,8 fra il 2009 e il 2010, mentre la restante categoria degli altri prestiti ha registrato un aumento del 12 per cento circa, molto superiore alla variazione media annua del periodo 1995-2009 (3 per cento). La crescita dei debiti commerciali fra il 2009 e il 2010 è sostanzialmente in linea con quella del periodo 1995-2009 (rispettivamente 4,1 e 3,5 per cento)‘.
Ancora: ‘Rispetto al 2009 la quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani si è invece ridotta di quasi un punto percentuale così come quella detenuta in azioni e partecipazioni (un punto percentuale), completamente ascrivibile alla riduzione della quota di titoli italiani. E’ continuata la ripresa, seppur debole, della ricchezza detenuta dalle famiglie in fondi comuni d’investimento dopo la caduta del 2008‘.
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