MILANO (Reuters) - Silvio Berlusconi ha firmato l'accordo per vendere il Milan a un consorzio di investitori cinesi per 740 milioni di euro, compresi 220 milioni di debito; il closing è previsto entro la fine dell'anno.
Con una nota, Fininvest ha annunciato la sigla di un contratto preliminare con Han Li, rappresentante di un gruppo di investitori cinesi che operano tramite la management company Sino-Europe Sports Investment Management Changxing e che acquisteranno così l'intera partecipazione del 99,93% in capo alla holding della famiglia Berlusconi. Della compagine fanno parte Haixia Capital, fondo di stato cinese per lo sviluppo e gli investimenti, e Yonghong Li, presidente della management company, più altri investitori alcuni dei quali a controllo statale.
E' prevista, come garanzia, che gli acquirenti diano subito una caparra di 100 milioni, di cui 15 oggi e 85 entro 35 giorni.
Il club, che ha chiuso il 2015 con una perdita di circa 90 milioni, è reduce da un quinquennio senza vittorie dopo che durante la trentennale presidenza di Berlusconi (oggi quasi ottantenne) ha conquistato, tra l'altro, 8 scudetti e 5 Champions League.
La vendita, sottolinea la nota di oggi, ha l'obiettivo di "dotare il Milan, attraverso un assetto proprietario finanziariamente adeguato, di quelle risorse sempre più elevate ormai indispensabili per riportarlo a competere con i più importanti club del calcio mondiale".
Gli acquirenti si impegnano a ricapitalizzare e rafforzare finanziariamente il Milan fino a 350 milioni in tre anni, di cui 100 milioni da versare al closing.
Pechino sta investendo moltissimo nel calcio occidentale con il beneplacito dello stesso presidente Xi Jinping, personalmente appassionato di questo sport. A giugno Suning ha rilevato la maggioranza dell'Inter, l'altra squadra di Milano, e proprio oggi due società cinesi hanno annunciato l'intenzione di comprare la britannica West Bromwich Albion e la francese AJA.
"La vera questione è che non ci sono imprenditori europei disponibili a comprare una squadra italiana, mentre i cinesi sanno molto bene cosa vogliono farci: trasformare un club in una occasione di intrattenimento per un pubblico di centinaia di milioni di cinesi da cui trarre grossi introiti pubblicitari", commenta il professore del Politecnico di Milano Giuliano Noci, esperto di Cina.
Nella trattativa gli investitori cinesi si sono avvalsi come advisor di Rothschild e dello studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners; Fininvest di Lazard, BNP Paribas e dello studio Chiomenti.
(Giancarlo Navach, Giulia Segreti)