Benzinga - Il Team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM vede il recente parziale recupero del biglietto verde come temporaneo e suggerisce di gestire attivamente il rischio valutario
È sicuramente possibile che l’attuale sopravvalutazione del dollaro statunitense non sia così estrema come sei mesi fa, ma ci sono comunque motivi sufficienti per aspettarsi una sua flessione nel medio termine. Il fattore determinante dei futuri ribassi del dollaro è però passato dalla considerevole sopravvalutazione alla maggiore dipendenza da elementi tecnici, come la rotazione dall’azionario USA verso i mercati e le obbligazioni non statunitensi. Se questo dovesse confermarsi, il percorso di deprezzamento del dollaro sarà più lento e più discontinuo. È importante che gli investitori comprendano l’impatto intrinseco sulla performance e sul rischio derivante dalle posizioni in valuta nei portafogli e prendano in considerazione azioni per gestire efficacemente il rischio valutario.
LA CORSA AL DOLLARO DOPO L’INVASIONE DELL’UCRAINA Sono le indicazioni del Bond Bulletin settimanale del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management che analizza il “dilemma del dollaro”, che dopo la forte flessione del quarto trimestre 2022 e di gennaio 2023, a febbraio ha messo a segno un recupero. I mercati si chiedono se si tratta dell’inizio di un nuovo trend o se il biglietto verde è destinato riprendere la parabola discendente. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, gli investitori sono corsi a comprare dollari come bene rifugio, ma anche per l’aumento della produzione di petrolio di scisto che ha permesso agli USA di raggiungere l’indipendenza energetica, rendendoli meno esposti alla volatilità dei mercati del gas...
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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.