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Usa, Pil mai così bene dal 1984. Q4 oltre le attese +6,9%

Pubblicato 27.01.2022, 15:06
Aggiornato 27.01.2022, 15:48
© Reuters.

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Gli Stati Uniti hanno messo a segno il loro anno migliore in 28 anni dopo la recessione causata dalla pandemia. Secondo il Bureau of Economic Analysis, il prodotto interno lordo è aumentato a un tasso annuo del 6,9% nell'ultimo trimestre (il più ampi in cinque trimestre) dal +2,3% registrato nei tre mesi precedenti, rispetto ad un consenso raccolto da Investing.com del 5.5%. 

Nei 12 mesi del 2021, l'economia Usa è aumentata ad un tasso del 5,7%, il più forte dal 1984, invertendo la contrazione del -3,4% registrato nel 2020, il calo più grande in 74 anni (1946).

L'accelerazione, spiega in nota il Bureau, "è stata guidata da una ripresa delle esportazioni, e da un'accelerazione degli investimenti in scorte e dei consumi", mentre nel quarto trimestre i casi Omciron hanno comportato "continue restrizioni e interruzioni nelle operazioni". Inoltre, sono "diminuiti gradualmente" o "terminati" i programmi di sostegno a famiglie e imprese. 

Il contributo maggiore alla crescita è arrivato dall'aumento degli stoccaggi (4,9 punti percentuali), consumi personali (+3,3%), e investimenti fissi (1,3%),mentre le esportazioni sono aumentate del 24,5% guidate "da beni di consumo e forniture industriali".

Il dato di oggi rafforza la narrativa raccontata da Jerome Powell nella conferenza stampa di ieri sera, secondo cui l'economia statunitense è "pronta" per un aumento del target dei fondi federali e ad una graduale riduzione del bilancio della banca (che ormai ha raggiunto circa $8,8 trilioni). 

Con più di 3 aumenti previsti nel corso dell'anno, con Powell che non ha risposto alla domanda se ci sarà un aumento ogni meeting, Wall Street è tornata in positivo dopo le montagne russe delle scorse sessioni: il Dow Jones è in rialzo dell'1,2%, il Nasdaq guadagna l'1,3% mentre lo S&P 500 avanza al +1,4%. In calo il titolo a 10 anni all'1,81% di rendimento. 

 

Ultimi commenti

siamo in una fase dove il mkt si sta aggiustando vista la mole di informazioni ( alcune asimmetriche ) che ha dovuto digerire...non dimentichiamoci che ad inizio anno i grossi fondi rimescolano le carte per partire ancora piu grintosi per raggiugere i target di fine anno...l'inflazione è un driver ma il driver piu importante è la continuita della crescita, se è costante e duratura allora gestire l'inflazione con un rialzo dei tassi non è un problema e questo il mkt lo sa bene...
Tutto dipende dalle mat prime e da oil/gas.. i tassi in questo momento sono la cosa meno influente, sull’inflazione.
Sì, anche le borse ne sono entusiaste !
inflazione la causa?
passata l'emozione, qualcuno sta ricominciando a fare i conti; quella fiammata del PIL accellererà l'aumento dei saggi d'interesse, ed un riassorbimento della liquidità in circolazione; domani sera l'SP500 chiuderà sotto i 4300 punti.
Bene tassi allo 1.0 ahahah
non credo che bastino per stabilizzare domanda ed offerta
Ci vediamo a MARZO
in pratica pil=inflazioni. LOL sono solo i soldi stampati
questo significa che chi parla di bolle è solo un bagiano che vuole mettere paura...comprate che l'economia è forte ed è in salute
a prescindere i termini che si usano, il nasdaq è sceso del 13% e ci sono titoli che sono crollati del 50%; può adoperare le definizioni che vuole
Barengo!
Davide se ne sei convinto, vai all-in.. In bocca al lupo!
Nulla di positivo, io mi convinco sempre di più che sia l'inizio della fine
Nell'articolo è ben sottilineato che questo aumento del PIL è stato determinato più da un accumulo delle scorte e a maggiori consumi per evitare i prossimi aumenti dei prezzi dovuti alla inflazione Dopo un primo scatto al rialzo ora subentra la riflessione ed i listini ci stanno dicendo che una rondine non fa primavera anche perchè stanno superando gli aggiustmenti tecnici determinati dal valore del VIX  ed evidenziati dai movimenti di lunedì,martedì ed oggi.
 e lei torni a scuola: tutto fa fatturato e PIL, scorte e semilavorati, sia il B2B che il B2C
 Non ci faccia caso che Trezzi è sempre pronto a dare lezioni di finanza ed economia a tutti Scrive articoli solo per screditare i pareri degli altri con una presunzione sconfinata ed oltretutto senza portare alcun contributo di conoscenza come si dovrebbe fare in una comunità.
 questo mi sembra nell'evidenza, ma almeno l'ABC; le teorie, o forse meglio dire le opinioni in economia si basano sui dati e sulla statistica: ora, con la statistica si può dire ciò che si vuole, basta interpretare i dati a piacimento, ma almeno la grammatica economica deve starci. Questo non conosce neppure come viene calcolato il PIL. Ma va tutto bene, ci teniamo anche questo!
Peccato che l'inflazione è al 7%, quindi un pil reale nullo di fatto.
Loretrading non è una osservazione esatta troppo banale occorre entrare nel merito dei dati
esatto
Tony ...esatto sarà cosi
La crescita del pil USA nel 4 trimestre per oltre il 70 % dovuta alla ricostituzione di scorte che difficilmente verranno liquidate visto il collasso dei consumi. GAME OVER!
mestiere duro quello della locomotiva...
il problema eventualmente sarà la caduta del pil in previsione della debolezza della domanda di consumi che è già evidente
powell ha fatto bene a tacere,il pil se cresce ancora meglio,partendo da più in alto,le aspettative sicuramente sono migliorate,la finanza va a braccetto con psicologia,figuriamoci l'economia..un pil in crescita riuscirebbe a sostenere ancora per un po' un economia priva di qe,un tasso di risparmio più alto indica un rallentamento dei consumi nel breve ma spesso un aumento di investimenti e degli stessi consumi nel medio termine,se questo viene accompagnato alla ricostruzione di scorte di magazzino e sopratutto catene di approvvigionamento, la situazione è rosea,perché powell ha mandato un messaggio sulla politica fiscale,sembra sia una richiesta di aiuto:"noi abbiamo pompato,ora tocca a voi,meno tasse".
inoltre c'è il rischio di un dollaro svalutato con il bilancio fed che sarà su i 9 trilioni di liquidità usd una volta terminato il qe..un dollaro forte sarebbe un problema,un aumento repentino dei tassi creerebbe un dollaro forte,influendo sulla bilancia commerciale e quindi sul disavanzo di bilancio e del rallentamento del pil..ma un rallentamento del pil comunque aiuterebbe molto l'inflazione nel caso la crescita non risulti più sufficiente,s quel punto alzare i tassi non sarebbe più necessario,almeno nella misura prevista dai mercati,vedo il rialzo dei tassi solo come uno spazio di manovra per riutilizzare il zero lower bound nel caso un domani serva di nuovo..o magari dopo poco marzo...
il 70% della crescita del pil 4Q è dovuto alla ricostituzione delle scorte del settore privato non c'entra niente la questione fiscale e monetaria
rimbalzo del gatto morto...
lo credo bene, con quella potenza di fuoco monetaria e fiscale.... vedremo quanto pil si perderà per rientrare da quell'inflazione.
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