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Zona euro, crescita attività economica rallenta a maggio, ma resta solida - Pmi

Pubblicato 24.05.2022, 14:04
Aggiornato 24.05.2022, 14:09

LONDRA (Reuters) - La crescita delle imprese della zona euro è rallentata questo mese, rimanendo tuttavia solida nel contesto della crisi legata al costo della vita, che ha ridotto il potere di spesa dei consumatori, mentre la carenza di materie prime ha frenato l'espansione del settore manifatturiero.

L'indice Pmi flash Composite a cura di S&P Global, visto come un buon barometro dello stato complessivo di salute dell'economia, è sceso a 54,9 punti a maggio, dai 55,8 di aprile, al di sotto della lettura di 55,3 punti prevista da un sondaggio Reuters.

Tutte le letture superiori ai 50 punti indicano una crescita.

"L'economia dell'area euro ha mantenuto una crescita incoraggiante a maggio perché le difficoltà del settore manifatturiero sono state compensate dalla crescita del comparto servizi", ha spiegato Chris Williamson, capo economista aziendale di S&P Global.

Il Pmi dei servizi di maggio è sceso a 56,3 dai 57,7 punti dello scorso mese, ben al di sotto dei 57,5 punti delle stime di un sondaggio Reuters, a causa del forte aumento dei prezzi che ha reso più cauti alcuni consumatori.

La domanda di servizi si è indebolita - il sottoindice delle nuove imprese è sceso a 55,2 da 56,6 - ma le aziende hanno aumentato gli organici a un ritmo più rapido rispetto ad aprile.

La lettura flash relativa all'industria manifatturiera è scesa questo mese a 54,4 da 55,5 punti, al di sotto dei 54,9 punti previsti da un sondaggio Reuters, e la più bassa da novembre 2020. Tuttavia, l'indice della produzione, che confluisce nel Pmi composito, è salito a 51,2 punti dai 50,7 di aprile.

I nuovi lockdown legati al Covid-19 in Cina e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia hanno creato problemi alle catene di approvvigionamento, che si stavano appena riprendendo dalla pandemia, facendo lievitare i costi e limitando l'accesso alle materie prime.

I prezzi input e output di produzione sono rimasti elevati e chi gestisce gli impianti di produzione ha trasferito ai clienti l'aumento dei costi dei materiali. L'indice dei prezzi alla produzione è sceso solo di poco dal massimo storico di aprile (77,3) a 76,0 punti.

L'inflazione nell'area euro ha raggiunto le cifre record del 7,4% ad aprile, secondo i dati ufficiali della scorsa settimana, e un recente sondaggio Reuters tra gli economisti ha previsto che la Banca centrale europea aumenterà il tasso di deposito a luglio. [ECILT/EU]

A suggerire che si potrebbe perdere ulteriore slancio è l'indice della produzione futura, che monitora le aspettative per l'anno a venire ed è sceso a 59,6 punti dai 60,5 di aprile, ai minimi da luglio 2020.

(Tradotto da Michela Piersimoni, editing Francesca Piscioneri)

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