LONDRA (Reuters) - La crescita della produzione manifatturiera della zona euro si è arrestata il mese scorso con le fabbriche che hanno faticato a procurarsi le materie prime, mentre la domanda ha subito un rallentamento a causa dei forti aumenti dei prezzi e dei timori sulle prospettive economiche, secondo un sondaggio.
L'invasione russa dell'Ucraina, insieme ai nuovi lockdown legati al Covid-19 in Cina, hanno esacerbato le difficoltà nella catena di approvvigionamento. Gli indicatori di previsione del sondaggio non hanno indicato un'imminente inversione di tendenza.
Il Purchasing managers' index (Pmi) manifatturiero di S&P Global è sceso ad un minimo di 15 mesi di 55,5 in aprile dal 56,5 di marzo, appena al di sotto di una stima iniziale "flash" di 55,3 e comunque ancora comodamente al di sopra del livello di 50 che separa la crescita dalla contrazione.
Ma un indice che misura la produzione, che viene contato nel Pmi composito previsto per mercoledì e che è considerato un buon indicatore della salute economica, è sceso a 50,7 da 53,1, il minimo da giugno 2020, quando il blocco stava confrontandosi con la prima ondata della pandemia di coronavirus.
"La produzione manifatturiera si è quasi arrestata in tutta la zona euro nel mese di aprile", ha detto Chris Williamson, capo economista aziendale di S&P Global.
"Le aziende non solo hanno riferito che i problemi con le carenze di componenti sono stati aggravati dalla guerra in Ucraina e dai nuovi lockdown in Cina, ma anche che l'aumento dei prezzi e la crescente incertezza sulle prospettive economiche stanno mettendo ulteriore pressione sulla domanda".
I costi dei fattori produttivi sono aumentati ad uno dei tassi più veloci nella storia del sondaggio e le fabbriche hanno trasmesso questo aumento ai clienti aumentando i loro prezzi ad un ritmo record. L'indice dei prezzi alla produzione è salito a 77,3 da 74,2, il massimo da quando S&P Global ha iniziato a raccogliere i dati alla fine del 2002.
Questo probabilmente aggiungerà pressione sulla Banca centrale europea per l'introduzione di misure restrittive, dato che l'inflazione nell'unione monetaria ha raggiunto il 7,5% il mese scorso, secondo i dati ufficiali preliminari, quasi quattro volte il target del 2% di Bce.
Ci si aspetta che la Bce aumenti il suo tasso di deposito prima della fine dell'anno, secondo un sondaggio Reuters del mese scorso.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)