(Reuters) - L'economia della zona euro si è contratta meno del previsto nei primi tre mesi dell'anno, secondo i dati preliminari pubblicati oggi, mentre l'inflazione complessiva è aumentata secondo le attese, complice un picco dei prezzi dell'energia.
Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, ha reso noto che il Pil dei 19 paesi della zona euro si è contratto di 0,6% su base trimestrale e di 1,8% su base annua.
Questi numeri pongono la zona euro in recessione tecnica, dopo il calo trimestrale di 0,7% del Pil nell'ultimo trimestre del 2020. Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto un calo dello 0,8% su base trimestrale e del 2,0% su base annua.
La contrazione nel primo trimestre è stata causata prevalentemente da un calo trimestrale dell'1,7% del pil della Germania, prima economia del continente, benché mitigato da una crescita trimestrale dello 0,4% della Francia, la seconda maggiore economia europea.
Inoltre, Eurostat ha stimato una crescita dell'indice dei prezzi al consumo dello 0,6% mese su mese ad aprile e di 1,6% su base tendenziale, in linea con le aspettative degli economisti intervistati da Reuters.
La ragione principale di questo aumento dell'inflazione è il balzo dei prezzi dell'energia, cresciuti del 10,3% su base annua, che ha contrastato un calo dello 0,4% su base annua dei prezzi del cibo non processato.
Senza queste due componenti, che dell'inflazione sono quelle più volatili, il dato che la Banca centrale europea definisce come inflazione 'core' è cresciuto dello 0,5% su base mensile e dello 0,8% su base annua, rallentando rispetto a marzo quando il dato su base annua era stato dell'1,0%.
Il calo nell'inflazione 'core' avvalora le richieste delle colombe della Banca centrale europea, sulla necessità di mantenere lo stimolo monetario e di proseguire nel programma di acquisto di bond fino alla piena ripresa dell'economia.
Eurostat ha anche indicato che la disoccupazione è calata nel corso di marzo, all'8,1% della forza lavoro, o 13,17 milioni di persone, rispetto al dato rivisto di febbraio di 8,2%, cioè 13,37 milioni di persone. Il dato di marzo è inferiore alle aspettative, che vedevano un aumento a 8,3%.
(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)