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Riforma delle pensioni: come aumentare la quantità di contributi

Pubblicato 20.12.2011, 12:45
La severa riforma delle pensioni del governo Monti costringe tutti a un ripensamento su come organizzare il proprio futuro contributivo. In attesa che l’INPS fornisca la cosiddetta busta arancione, ovvero un estratto conto periodico sulla propria situazione contributiva e una previsione sull’entità della futura pensione (dovrebbe arrivare a breve), i collaboratori a progetto, il popolo delle partite Iva e quello dei lavoratori interinali dovrebbero fare tutto il possibile per accumulare i cosiddetti bollini, cioè contributi versati su una sorta di conto corrente previdenziale, dai quali dipenderà il loro futuro pensionistico.

Che cosa conviene fare? Ecco alcuni consigli, esposti in maniera schematica.

* Iscriversi al canale della gestione separata, quella che raccoglie i contributi pensionistici di coloro che non possiedono una cassa specifica, le collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co.), i contratti a progetto (co.co.pro), i parasubordinati, i possessori di partita IVA, lavoratori autonomi occasionali, associati in partecipazione, prestatori di lavoro occasionale accessorio, coloro che vengono retribuiti con i buoni lavoro. Per questi lavoratori 2/3 dei contributi sono a carico del committente e 1/3 sono versati dal collaboratore. L’aliquota contributiva è del 26-27%. La futura riforma del lavoro probabilmente introdurrà il “contratto a tutele crescenti a tempo indeterminato”.

* Se possibile, prediligere il contratto di somministrazione (un tempo chiamato contratto interinale), che consente di accumulare contributi in maniera simile al lavoro dipendente, ovvero con un’aliquota del 33%. In altri termini, con questo tipo di contratto la tutela è maggiore, e si possiede anche un fondo pensioni aggiuntivo di categoria garantito da Fontemp, sul quale lavoratore e datore di lavoro versano entrambi una quota dell’1%, integrate fino al 4%.

* Effettuare il riscatto degli anni di laurea, che costa di solito tra i 5000 e i 7000 euro per ogni anno di studio). Ormai non ha più valore per accelerare l’uscita dal mercato del lavoro, ma aumenterà l’ammontare del vitalizio pensionistico.

* Anche se sembra ovvio, sottolineiamo che occorre cessare ogni collaborazione in nero: nonostante l’illusione momentanea di guadagnare maggiormente, ai fini pensionistici di stratta di un vero e proprio boomerang.

Fonte: SoloFinanza.it - Creative Commons

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