Dopo le previsioni sulla crescita economica nell’Eurozona, l’attenzione dei mercati si concentrerà sulla Federal Reserve, con il FOMC che alle 20 italiane deciderà sui tassi di interesse statunitensi.
Il consensus ha già scontato che l'organismo non cambierà la sua politica economica, così come confermato dallo strumento di previsione del tasso Fed di Invsting.com. "Gli economisti si aspettano un nuovo aumento dei tassi a dicembre, altri tre nel 2019 e uno nel 2020", afferma José Luis Cárpatos, CEO di Serenity Markets.
Se stasera dovessero arrivare soprese, questo "potrebbe limitare la ripresa che abbiamo visto in borsa", dicono gli analisti di Bankinter, in riferimento al Dow Jones che ieri ha chiuso a +2,13%.
Anche se in questa occasione non ci sarà una conferenza stampa del presidente della Fed Jerome Powell dopo l'incontro, l'attenzione si concentrerà sul comunicato diffuso dall’istituto centrale. Gli investitori analizzeranno ogni paragrafo, con particolare attenzione “sul 'tono' del comunicato, per determinare se la sua intenzione, come tutto sembra, sia quella di continuare ad aumentare i tassi di interesse di riferimento allo stesso ritmo durante il prossimo anno fiscale", concludono da Bankinter.
"La Fed ha già aumentato i tassi d'interesse otto volte dalla fine del 2015. Secondo le loro stesse previsioni, i tassi di interesse saranno compresi tra il 3% e il 3,5% in appena un anno e mezzo”, spiegano da Renta 4. “Dato che gli Stati Uniti saranno dal prossimo anno in poi nel periodo di crescita più lungo della sua storia”, continuano gli analisti dell’istituto, “è inevitabile che, ad un certo punto non lontano nel tempo, l'economia potrebbe andare in recessione (due trimestri senza crescita economica). Quando questo dovesse accadere, la Fed avrà il margine per abbassare i tassi di interesse per sostenere la ripresa della crescita economica", concludono da Renta 4.
Inoltre, secondo Kathy Lien, direttore generale di FX Strategy di BK Asset Management, "la banca centrale è preoccupata per le incertezze commerciali e, dall'ultima riunione di politica monetaria di settembre, c'è stato più un deterioramento che un miglioramento dell'economia statunitense. Per questo motivo, l'esperto ritiene che "il tono delle dichiarazioni del FOMC rimarrà lo stesso o potrebbe essere un po' più prudente.