Investing.com - Il dollaro oscilla vicino al massimo di due settimane contro un paniere di valute questo mercoledì, i rinnovati timori per le tensioni commerciali ed il rallentamento della crescita globale pesano sulla fiducia degli investitori, spingendo la domanda dello yen giapponese.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 96,38 alle 03:12 ET (07:12 GMT), non lontano dal massimo di 96,45 di ieri, il massimo dal 20 giugno.
Il biglietto verde si indebolisce contro lo yen, tradizionale valuta rifugio, scendendo dello 0,2% a 107,66 ed allontanandosi dal massimo di 12 giorni di 108,53 segnato a inizio settimana.
Al summit del G20 in Giappone sabato, Washington e Pechino hanno deciso di riprendere i negoziati commerciali dopo che il Presidente USA Donald Trump ha offerto delle concessioni.
Ma gli investitori sono preoccupati per le chance di una risoluzione del lungo scontro commerciale che va avanti da un anno tra le due principali economie mondiali, soprattutto considerata l’ultima interruzione delle trattative ed i commenti di Trump secondo cui un eventuale accordo dovrebbe favorire gli USA.
Sul sentimento pesa anche la minaccia di Washington di applicare dazi su altri 4 miliardi di dollari di prodotti UE nell’ambito della lunga disputa sugli incentivi al settore aereo.
Anche i timori per la crescita globale influenzano la fiducia degli investitori, con la Corea del Sud che è l’ultima di una serie di economie basate sul commercio ad aver deciso di tagliare gli obiettivi sulla crescita economica e sulle esportazioni, un giorno dopo le letture deboli sulla manifattura in tutto il mondo.
L’euro scende a 1,1270 in seguito alla seduta volatile di ieri, quando ha oscillato tra il minimo di 1,1275 ed il massimo di 1,1322.
La moneta unica è stata spinta dalla notizia che i policymaker della Banca Centrale Europea non hanno alcuna fretta di tagliare i tassi di interesse durante il vertice di luglio. Ma è poi scesa quando la direttrice del FMI Christine Lagarde, nota “colomba” della politica monetaria, è stata nominata come prossimo presidente della BCE.
Debole anche la sterlina contro il biglietto verde, con un calo dello 0,23% a 1,2562.
Il Governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ieri ha messo in luce delle incertezze, dagli scontri commerciali alla Brexit, spingendo gli investitori ad aumentare le scommesse su un allentamento da parte della banca centrale.
Il dollaro australiano è invariato a 0,6988, dopo essere salito dello 0,4% il giorno prima. L’aussie è salito quando la Reserve Bank of Australia ha tagliato i tassi di interesse ma ha fornito delle previsioni più bilanciate.
--Articolo realizzato con il contributo di Reuters