Investing.com - Il prezzo del greggio rimbalza ai massimi degli ultimi mesi questo lunedì, l’ottimismo per il riequilibrio del mercato alimenta lo slancio rialzista.
I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) salgono di 45 centesimi, o dello 0,9%, a 51,11 dollari al barile alle 08:05 ET (12:05 GMT), dopo aver segnato il massimo dal 25 maggio di 51,19 dollari.
Il prezzo del greggio USA è schizzato dell’1,5% la scorsa settimana, il terzo aumento settimanale consecutivo.
Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, subiscono un’impennata di 75 centesimi, o dell’1,3%, a 57,17 dollari al barile. Il prezzo ha segnato il massimo intraday di 57,26 dollari, un livello che non si registrava dal 3 gennaio.
Il riferimento globale ha chiuso la scorsa settimana con un balzo del 2,2%, il quarto aumento settimanale consecutivo.
I principali produttori di greggio riunitisi venerdì a Vienna per il vertice della commissione OPEC hanno rivelato un rispetto da record dell’accordo sui tagli alla produzione ma, come previsto, hanno deciso di aspettare ancora un po’ per vedere se sarà necessario un nuovo intervento.
Il rispetto dell’accordo per la riduzione della produzione da parte dei paesi OPEC e non-OPEC è salito al 116% ad agosto, secondo la commissione, dal 94% del mese prima.
A maggio, l’OPEC e i membri non OPEC con a capo la Russia hanno deciso di prorogare i tagli alla produzione da 1,8 milioni di barili al giorno per nove mesi fino al marzo 2018, nel tentativo di ridurre le scorte di greggio globali e di supportare il prezzo della materia prima.
Finora tuttavia l’aumento della produzione da parte di Stati Uniti, Nigeria e Libia ha minato gli sforzi del cartello di ridimensionare le scorte in esubero.
Il ministro per l’energia russo ha suggerito che una proroga dell’accordo globale potrebbe essere considerata non prima di gennaio, anche se altri ministri hanno indicato che potrebbe invece avvenire entro fine anno.
Il prossimo vertice della commissione è in agenda il 29 novembre a Vienna, un giorno prima del vertice dell’OPEC.
Intanto, negli Stati Uniti, i trader valutano i dati che hanno mostrato che il numero degli impianti di trivellazione continua a scendere, segnale di una possibile riduzione della produzione nazionale.
Secondo Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti è sceso di 5 unità a 744, il terzo calo settimanale consecutivo.
Il dato settimanale è un barometro importante per il settore e fa da indicatore per la produzione di greggio e la domanda di servizi petroliferi.
Questa settimana, i trader attendono i dati settimanali statunitensi sulle scorte di greggio e prodotti raffinati di domani e mercoledì per valutare l’impatto delle ultime tempeste sulle scorte e la domanda.
Intanto, i future della benzina si attestano a 1,646 dollari al gallone, con un’impennata di 1,9 centesimi, o dell’1,2%, mentre i future del gas naturale salgono di 1,3 centesimi a 3,034 dollari per milione di BTU.