Insight su cosa ci aspetta e cosa potrebbe sorprenderci nelle economie e sui mercati. Anche in Europa arrivano le trimestrali ma niente di paragonabile rispetto a quelle USA. Intanto il capo della Fed Jay Powell parla al congresso. Attenzione a cosa dice sulla curva dei tassi.
ABISSO UTILI TRA USA E EUROPA
Utili in crescita dell’8,1% nel secondo trimestre. Non male il consensus degli analisti sulle trimestrali delle aziende europee nel secondo trimestre che iniziano a uscire in settimana con le svedesi Sandvik e SKF, la tedesca SAP, l’olandese ASML, e i minerari quotati a Londra BHP Billiton e Anglo American (LON:AAL). La crescita si riduce però al 2,9% se si escludono gli energetici, da cui si aspettano utili in crescita del 72% grazie al recupero dei prezzi di petrolio e gas. Rispetto all’andamento delle società quotate a Wall Street la distanza è abissale. Il consensus sugli utili dello S&P 500 punta al 20,9% e le trimestrali uscite finora hanno quasi tutte battuto le aspettative. È vero che anche qui pesano molto gli energetici, ma anche senza contarli per lo S&P le attese di crescita restano al 16,9%, secondo i dati raccolti da Thomson Reuters.
LA CURVA NON PERICOLOSA DI JAY
Martedì 17 il capo della Fed Jay Powell ha un appuntamento al Senato, dove lo attende la Commissione Banche per la sua regolare audizione bi-annuale. L’ultima volta che ‘zio Jay’ ha parlato al Congresso si è limitato a nome, cognome e numero di matricola, più la lettura testuale del mandato statutario della Fed che lo impegna a tenere sotto controllo la moneta ma anche a far crescere i posti di lavoro. Questa volta potrebbe dire qualcosa sulla curva dei tassi, il cui appiattimento viene sventolato da molti come pericoloso segnale di possibile recessione in arrivo. L’ultima volta che ha toccato il tema ha ammesso che da molti cicli l’inversione della curva ha anticipato una recessione, ma ha anche fatto capire che questa volta potrebbe essere diverso.
LA RINCORSA DEI TORI
Un’occhiata a uno dei più popolari indicatori contrarian, la conta di Orsi e Tori pubblicata settimanalmente dall’American Association of Individual Investors, ci dice che la schiera dei bovini si è ingrossata sensibilmente e conta ormai il 43,1% degli interpellati, con un aumento del 15,2% rispetto a una settimana prima, ben sopra la media storica del 38,5% mentre i plantigradi sono scesi del 10,1% al 29,2%, un soffio sotto la media storica del 30,5%. Anche i neutrali sono sotto la media di un paio di punti al 27,8%. Essendo un indicatore contrarian, più la barca è affollata sull’estremità dei Tori, maggiori sono le possibilità che il bilanciamento si sposti su quella opposta. Vedremo nei prossimi giorni quanti cederanno alla tentazione di portare a casa un po’ di profit dopo il rally partito a metà maggio.
LA SETTIMANA DEI SUMMIT
Non c’è solo il potenzialmente storico incontro Trump-Putin ha Helsinki di lunedì 16 luglio, altri due piatti forti vengono serviti in settimana dai vertici dell’Unione Europea. Il primo è previsto sempre lunedì con il presidente europeo Donald Tusk e il capo della Commissione Jean-Claude Juncker ospiti a Pechino del presidente Xi per coordinare una risposta alla guerra dei dazi dichiarata da The Donald. Da lì i due voleranno martedì 17 a Tokyo per incontrare il premier giapponese Shinzo Abe e riaffermare la partnership commerciale con la firma di un’intesa di collaborazione. Vedremo chi si prenderà i titoloni di prima pagina e chi dovrà accontentarsi di occhielli e sommari.
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge