ROMA (Reuters) - Il passaggio, dal 2016, al nuovo sistema di risoluzione delle crisi bancarie richiede che l'Italia concluda rapidamente l'iter di approvazione del decreto che introduce il bail-in.
Lo sollecita la Banca d'Italia che ha partecipato con il vice direttore generale Fabio Panetta a un seminario sulla direttiva sulle crisi bancarie (Brrd) in Parlamento.
"Al fine di garantire una transizione ordinata al nuovo regime, è necessario che l'iter legislativo di recepimento della direttiva si concluda in tempi rapidi, in anticipo rispetto al passaggio al Meccanismo unico di risoluzione", ha detto Panetta.
Dal 2016 entrerà in vigore il cosiddetto bail-in che comporta il coinvolgimento di azionisti e bondholder nel salvataggio di una banca in crisi, attraverso il meccanismo di risoluzione che in Italia verrebbe attivato dalla autorità preposta che è la Banca d'Italia.
"La risoluzione deve costituire una extrema ratio, un'ipotesi possibile ma auspicabilmente remota", ha spiegato il vice direttore della Banca d'Italia.
Con il regime esistente, che non prevedeva il coinvolgimento degli stakeholder ma in certi casi l'intervento pubblico, il salvataggio di banche in crisi ha comportato costi per le finanze publiche: "A titolo di esempio, è possibile calcolare che se in Italia fossero stati effettuati interventi in rapoorto al Pil pari a quelli della Germania, l'onere a carico delle nostre finanze pubbliche sarebbe ammontato a 140 miliardi di euro", dice Panetta, ricordando che invece in Italia gli interventi pubblici per le banche "non hanno generato costi per lo Stato, ma un flusso pur contenuto, di ricavi netti positivi".
(Stefano Bernabei)
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