ROMA (Reuters) - Il Fondo di tutela dei depositi potrà d'ora in avanti valutare interventi preventivi e alternativi alla liquidazione di una banca, finora vietati da una decisione della Commissione europea bocciata stamane dalla Corte Ue.
Lo hanno detto a Reuters i vertici del fondo di garanzia dei depositanti, alimentato dalle banche italiane, che ha l'obbligo di coprire i depositi fino a 100mila euro in caso di liquidazione di un istituto.
La Corte Ue ha deciso di annullare la decisione della Commissione, che aveva giudicato come aiuto di Stato l'intervento del Fitd per il salvataggio di Banca Tercas nel 2014. [nL8N2162FO]
Quella decisione aveva indotto il fondo a dare vita a un cosiddetto schema volontario, partecipato da quasi tutte le banche e servito anche recentemente per la crisi di Carige (MI:CRGI), con l'acquisto di un bond subordinato per quasi 320 milioni necessario a garantire i ratio dell'istituto ligure. [nL8N1Y55JX]
"Per Carige è ormai intervenuto lo schema volontario, ma in futuro, se ci saranno altre situazioni, si potrà prevedere un intervento preventivo del Fitd che finora era impedito dalla interpretazione della Commissione europea", ha detto il presidente Salvatore Maccarone, raggiunto al telefono.
La decisione della Corte Ue è stata salutata con soddisfazione anche dai vertici dell'associazione bancaria italiana, che hanno chiesto che ora la Commissione europea rimborsi i risparmiatori e le banche danneggiate dalle conseguenze di decisioni non corrette.
RIFLESSIONE CON BANKITALIA SU UTILIZZO FUTURO FITD
Ora, spiega il direttore generale del Fondo di tutela dei depositi Giuseppe Boccuzzi, "si apre una fase di riflessione che il Fitd condurrà con Banca d'Italia e con le autorità di risoluzione, sulle modalità possibili di intervento".
In sostanza si potrebbe tornare alle modalità di intervento preventivo e alternativo da parte del Fondo, che Bruxelles aveva messo in dubbio con una sua comunicazione in tema di aiuti di Stato nel 2013.
"Si trattrebbe comunque di interventi facoltativi e che devono costare meno di quanto costerebbe un eventuale rimborso dei depositanti", chiarisce Boccuzzi.
Gli interventi preventivi, come una ricapitalizzazione, servono a evitare il rischio di una liquidazione. Mentre i cosiddetti interventi alternativi, in passato hanno visto l'intervento del FITD a coprire lo sbilancio di cessione di attività e passività cedute dal liquidatore.
(Stefano Bernabei)