ROMA (Reuters) - La velocità di smaltimento delle sofferenze delle banche continua gradualmente ad aumentare. Nel 2016 la quota di posizioni chiuse entro un anno dall'ingresso a sofferenza, scesa sino a un minimo del 20% nel 2012, è risalita al 38% per le posizioni aperte nel 2015.
Lo comunica Bankitalia in una nota di stabilità finanziaria e vigilanza di novembre.
In termini di importi, il rapporto fra l'ammontare delle sofferenze chiuse in ciascun anno e lo stock esistente all’inizio del periodo, che aveva toccato il minimo nel 2013 (6%), nell'ultimo triennio è stato sempre superiore all'8%, attestandosi al di sopra del 9% nel 2016.
Nel 2016, il tasso di recupero medio si è attestato al 34%, pari a quello registrato nel 2014 e in leggero calo rispetto al 35% del 2015.
La lieve riduzione, spiega il documento, ha riflesso il significativo incremento della quota delle cessioni, caratterizzate da tassi di recupero che si mantengono inferiori rispetto a quelli conseguibili attraverso le procedure ordinarie. Per contro, è aumentato il recupero medio ottenuto tramite cessioni sul mercato (23% contro 20% nel 2015).
Nello stesso anno, il controvalore delle posizioni di sofferenza chiuse ha raggiunto il massimo dal 2006 (17 miliardi, contro i 13 del 2015), principalmente per effetto dell'aumento delle cessioni sul mercato.
Tale valore, prosegue la nota, rimane inferiore a quello dei nuovi ingressi in sofferenza, ma la differenza si è più che dimezzata nell’ultimo triennio. Il numero delle posizioni chiuse è stato superiore a quello delle posizioni aperte.