Investing.com - Ecco le cinque notizie principali da seguire sui mercati finanziari questo giovedì 7 gennaio:
1. La Cina sospende gli scambi dopo il crollo del 7%
Gli scambi sui mercati azionari cinesi sono stati sospesi per la seconda volta questa settimana questo giovedì dopo solo 30 minuti, dopo il crollo di oltre il 7% all’apertura che ha fatto scattare i “circuit breakers”.
Il sentimento dei mercati è stato colpito dalla decisione della Banca Popolare Cinese di fissare il tasso di cambio dello yuan ad un livello inferiore rispetto alla chiusura di ieri. Si tratta del calo giornaliero maggiore dallo scorso agosto, quando la banca ha sorpreso i mercati con una svalutazione di quasi il 2% della valuta, scatenando un selloff sui mercati globali.
Alcuni traders ritengono che la decisione sia un tentativo da parte della Cina di dare slancio alla crescita, mentre altri temono che possa scatenarsi una guerra monetaria che potrebbe destabilizzare l’economia globale.
2. Il crollo delle borse cinesi contagia i mercati globali
I mercati azionari globali sono in forte ribasso questo giovedì, il crollo delle borse cinesi ed il rapido deprezzamento dello yuan pesano sul sentimento degli investitori.
Le borse asiatiche sono crollate, i mercati in Giappone, Australia e ad Hong Kong hanno chiuso in rosso.
La scia ribassista ha investito anche i mercati europei, con il tedesco DAX giù del 3,5%, a causa della sospensione degli scambi in Cina e del crollo del prezzo del greggio che hanno fatto aumentare la pressione alle vendita.
Negli Stati Uniti, Wall Street punta ad un’apertura in forte ribasso, con i futures Dow giù di 400 punti, o del 2,5%. Ieri, le borse statunitensi hanno chiuso al lminimo dall’inizio di ottobre, tra i timori per la Cina e per l’indebolimento della crescita globale ed i titoli degli energetici sono crollati insieme al prezzo del greggio.
3. Il greggio crolla al minimo di oltre 10 anni
Il prezzo del greggio continua a crollare e segna lil minimo da oltre un decennio questo giovedì, tra la preoccupazione per le prospettive economiche cinesi e i timori che l’eccesso di scorte globali possa durare più a lungo del previsto.
Il greggio USA scende a 32,10 dollari al barile, un livello che non si registrava dal dicembre del 2003, prima di attestarsi a 33,13 dollari, con un crollo di 84 centesimi, o del 2,46%, mentre il Brent crolla di 67 centesimi, o dell’1,94%, a 33,56 dollari, dopo aver segnato il minimo della seduta di 32,17 dollari, il minimo dall’aprile del 2004.
4. L’oro schizza al massimo di 9 settimane
Il prezzo dell’oro subisce un’impennata al massimo di nove settimane questo giovedì, poiché gli investitori scelgono il metallo prezioso come investimento rifugio per via del crollo delle borse globali causato dalla Cina.
L’oro sale di 6,00 dollari, o dello 0,55% a 1.097,90 dollari l’oncia. Il prezzo è precedentemente schizzato a 1.102,50 dollari, il massimo dal 6 novembre.
Il metallo giallo ha subito un’impennata di quasi il 4% finora questa settimana, grazie alla richiesta di investimenti rifugio sulla scia dei crolli delle borse globali, dei timori per l’economia cinese e dell’aumento delle tensioni geopolitiche.
5. Attesi dati statunitensi
Gli investitori seguiranno con attenzione i dati USA per valutare se la principale economia mondiale sia abbastanza forte da consentire ulteriori aumenti dei tassi quest’anno.
Gli Stati Uniti pubblicheranno il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione alle 8:30 ET. I traders attendono inoltre il report sull’occupazione non agricola per il mese di dicembre, previsto per domani.
Nei verbali del vertice di dicembre della Federal Reserve, vertice durante il quale sono stati aumentati i tassi di interesse, si legge che alcuni funzionari temono che l’inflazione possa restare bassa. Secondo alcuni membri, la decisione di alzare i tassi è stata “presa per un pelo, in particolare per via dell’incertezza legata alle dinamiche dell’inflazione”.
I verbali hanno rassicurato i mercati sul fatto che i prossimi aumenti dei tassi saranno graduali.