Come le banche centrali affrontano i cambiamenti strutturali e geopolitici?

Pubblicato 06.07.2025, 11:00
© Reuters.

Investing.com - Al Forum BCE 2025 di Sintra, banchieri centrali e responsabili politici hanno esaminato come le autorità monetarie stiano navigando tra crescenti pressioni strutturali e geopolitiche.

Il tema, "Adattarsi al cambiamento: spostamenti macroeconomici e risposte politiche", ha inquadrato le discussioni sui mercati del lavoro, il riallineamento industriale, la frammentazione commerciale e le sfide che questi cambiamenti pongono alla politica monetaria.

La geopolitica commerciale ha dominato diversi panel. Il panorama post-globalizzazione ora privilegia la resilienza rispetto all’efficienza, con l’Europa particolarmente esposta alla crescente concorrenza della Cina.

Mentre la Cina sostituisce i fornitori esteri con produttori nazionali, soprattutto nei settori guidati dall’innovazione, le esportazioni europee si stanno allineando sempre meno con la domanda cinese.

Gli analisti di UBS Global Research in una nota hanno affermato che la dipendenza del continente da un gruppo limitato di fornitori "geopoliticamente distanti", inclusa la Cina, aumenta la vulnerabilità agli shock dell’offerta e alla volatilità dell’inflazione.

Questi sviluppi complicano gli sforzi delle banche centrali per bilanciare inflazione e produzione, soprattutto perché diversificazione e reshoring aumentano i costi.

Anche i mercati del lavoro, tradizionalmente considerati rigidi in Europa, sono stati sottoposti a scrutinio.

Nonostante le preoccupazioni sulle leggi di protezione del lavoro che limitano la mobilità e la produttività, la disoccupazione nell’Eurozona si attestava al 6,3% a maggio, solo 0,1 punti percentuali sopra il minimo storico, ha aggiunto UBS.

L’immigrazione ha contribuito significativamente alla creazione di posti di lavoro, e alcuni partecipanti hanno sostenuto che il finanziamento inadeguato per le start-up, piuttosto che la rigidità del lavoro, rappresenti il vincolo strutturale più pressante per l’Europa.

Inflazione divergente, flessibilità salariale e livelli di debito diversi tra gli stati membri dell’Eurozona mettono ulteriormente sotto pressione la calibrazione della politica monetaria.

Al picco dell’inflazione del 2022, un divario di 18,6 punti percentuali separava Estonia e Francia, ha dichiarato UBS.

Queste differenze nazionali ostacolano risposte politiche unificate. Mentre esistono strumenti come il Transmission Protection Instrument (TPI) e le Outright Monetary Transactions (OMT), il forum ha sottolineato che le politiche fiscali e strutturali, non la politica monetaria, devono affrontare tali disparità.

Le banche centrali stanno anche affrontando la rapida espansione degli intermediari finanziari non bancari (NBFI), gran parte dei cui prestiti avviene all’estero.

I partecipanti hanno sostenuto una regolamentazione più severa a livello UE tramite l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), ma hanno resistito alla concessione agli NBFI di accesso diretto alle strutture della BCE, citando potenziali interruzioni nel settore bancario.

La gestione valutaria è emersa brevemente. Il vicepresidente della BCE Luis de Guindos ha messo in guardia contro un eccessivo apprezzamento dell’euro, suggerendo che livelli superiori a EUR/USD1,20 sarebbero "molto più complicati", anche se la presidente della BCE Christine Lagarde ha sostenuto che il tasso riflette la forza dell’Eurozona e sarebbe considerato nelle proiezioni.

Il forum ha segnato la conclusione della revisione strategica 2025 della BCE, con Lagarde che ha sottolineato la necessità di prepararsi a "nuovi tipi di shock".

L’aggiornamento della strategia mira a garantire che la BCE possa mantenere la stabilità dei prezzi in condizioni economiche strutturalmente diverse rispetto al passato.

Questo articolo è stato generato e tradotto con il supporto dell’intelligenza artificiale e revisionato da un redattore. Per ulteriori informazioni, consultare i nostri T&C.

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