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Rame al minimo di 3 settimane; timori per la Cina, pesa il dollaro forte

Pubblicato 10.09.2014, 09:11
Il rame oscilla vicino al minimo di 3 settimane, pesano i timori per la crescita economica cinese e il dollaro forte
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Investing.com - I futures del rame sono scambiati vicino al minimo delle ultime tre settimane questo mercoledì; il sentimento è stato colpito dai nuovi timori per la liquidità cinese e dal rafforzamento del dollaro.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a dicembre è sceso dello 0,09%, o di 0,3 centesimi, a 3,099 dollari la libbra negli scambi della mattinata europea.

Ieri, il prezzo del rame è crollato di 6,6 centesimi, o del 2,1%, a 3,102 dollari la libbra.

I futures troveranno supporto a 3,080 dollari, il minimo dal 14 agosto e resistenza a 3,187 dollari la libbra, il massimo dal 9 settembre.

Ieri, il Primo Ministro cinese Li Keqiang ha dichiarato che la massa monetaria del paese è aumentata del 12,8% ad agosto, in calo dal 13,5% di luglio e al di sotto delle aspettative di un aumento del 13,4%.

I dati deludenti hanno alimentato i timori per il rallentamento della crescita economica del principale consumatore mondiale del metallo industriale.

I dati ufficiali pubblicati l’8 settembre hanno mostrato che le importazioni cinesi di rame sono crollate del 12% rispetto allo scorso anno ad agosto, per via dell’indagine governativa sui finanziamenti legati ai metalli nei porti cinesi.

La Cina è il principale consumatore mondiale di rame, con il 40% della richiesta globale.

Intanto, l’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, ha toccato il massimo di 15 mesi di 84,33 questa mattina.

Il dollaro resta supportato dallo studio della Fed di San Francisco che ha indicato che le aspettative degli investitori sulla tempistica dell’aumento dei tassi non coincidono con quelle della banca.

Un dollaro forte in genere pesa sul rame, dal momento che riduce l’appeal del metallo come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.

Nelle ultime settimane il biglietto verde è schizzato alle stelle tra le speranze che la Federal Reserve possa annunciare presto l’aumento dei tassi in seguito ai dati economici che hanno mostrato un deciso miglioramento della ripresa negli Stati Uniti.

Sul Comex, l’oro con consegna a dicembre sale dello 0,7%, o di 8,80 dollari, a 1.257,30 dollari l’oncia troy, mentre l’argento con consegna a dicembre schizza a +1,01%, o di 19,2 centesimi, a 19,11 dollari l’oncia.

L’oro ha ripreso forza dal momento che gli investitori sono tornati sui mercati alla ricerca di valutazioni più convenienti dopo che ieri i prezzi sono crollati al minimo degli ultimi tre mesi.

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