Investing.com - Il prezzo dell’oro continua a staccarsi dal massimo di 11 mesi questo giovedì, i trader attendono una serie di dati economici statunitensi per valutare la forza della principale economia mondiale e come influiranno sulla posizione della Federal Reserve in merito alla politica monetaria.
Gli Stati Uniti pubblicheranno i report sui redditi e le spese personali relativi al mese di luglio, compresi i dati sull’indice PCE, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed, alle 8:30 ET (12:30 GMT).
Attesi anche i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione alle 8:30 ET, seguiti dall’indice PMI di Chicago alle 9:45 ET (13:45 GMT) e dai dati sulle vendite di case in corso alle 10 ET (14:00 GMT).
I future dell’oro sul Comex scendono di 4,70 dollari, o dello 0,4%, a 1.309,51 dollari l’oncia troy alle 3:05 ET (07:05 GMT), staccandosi dal massimo dal 9 novembre di 1.331,90 dollari toccato martedì.
L’oro ha chiuso in calo ieri: i dati economici USA positivi e il dollaro forte hanno spinto il prezzo ad interrompere tre sedute consecutive di aumenti.
Il Dipartimento per il Commercio ha reso noto che la seconda stima sul prodotto interno lordo USA ha mostrato un aumento al tasso annuo del 3,0% nel secondo trimestre, il tasso più veloce in oltre due anni.
Inoltre, dal report dell’agenzia di elaborazione buste paga ADP è emerso che il settore privato ha assunto 237.000 lavoratori ad agosto, l’incremento mensile maggiore in cinque mesi.
I dati ADP anticipano il report sull’occupazione non agricola del Dipartimento per il Lavoro USA di domani.
Sempre sul Comex, i future dell’argento scendono di 6,5 centesimi, o dello 0,4%, a 17,33 dollari l’oncia troy.
Intanto, il platino scende dello 0,5% a 989,90 dollari, mentre il palladio è pressoché invariato a 931,12 dollari l’oncia.
Intanto, i future del rame schizzano al massimo di quasi tre anni dopo i dati che hanno rivelato che la crescita del settore manifatturiero cinese è inaspettatamente accelerata ad agosto, segnale che la seconda economia mondiale sta crescendo nonostante l’aumento dei costi di finanziamento e l’indebolimento del mercato immobiliare.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale del metallo industriale, con il 40% del consumo globale lo scorso anno.