di Luca Trogni
MILANO (Reuters) - La certezza delle regole del gioco. L'agognato accordo dell'Italia con la Commissione Ue sulla gestione delle sofferenze bancarie fornisce soprattutto questo aspetto positivo agli istituti di credito. Si supera l'incertezza prolungata, fonte di stasi rispetto al nodo della gestione di 200 miliardi di crediti difficoltosi, e si deve passare obbligatoriamente alla fase operativa.
Le condizioni poste da Bruxelles accantonano l'attesa bad bank e propongono invece un articolato sistema a cui principalmente potranno ricorrere, pagando una garanzia pubblica contenuta, soprattutto le banche con rating migliori e quindi già in condizioni migliori. Mentre tra le sofferenze solo quelle di maggiore qualità, in grado di essere inserite nella tranche migliore delle cartolarizzazioni previste dalla Ue, faranno scattare la garanzia.
Insomma, la soluzione che Bruxelles ha voluto e ottenuto, dopo più di una bocciatura delle proposte italiane, assomiglia molto a una soluzione di mercato dove la garanzia pubblica finisce per entrare in gioco alla fine del laborioso processo di cartolarizzazione. Un insieme di condizioni che sembra premiare solo quelle sofferenze per cui le banche con tutta probabilità si sarebbero potute presentare autonomamente sul mercato senza pagare scotti molto diversi.
Per deconsolidare le sofferenze ed avere le garanzie, inoltre, come ha detto il Tesoro a Reuters , occorrerà riuscire a cedere almeno metà della tranche junior, quella di peggiore qualità. E, in un circolo vizioso da cui sinora le banche hanno tentato di svincolarsi, questa cessione è possibile solo, visti gli attuali livelli di copertura, con nuovi accantonamenti da portare in bilancio.
Per chi potrà utilizzare questa possibilità il maggiore vantaggio sarà costituito dal fare emergere le perdite in un periodo più ampio. Puntando anche sul fatto che la nascita di questo strumento possa avvicinare i livelli di prezzo di domanda e offerta, oggi ben distanti sul mercato delle sofferenze. A meno che i grandi compratori internazionali non vedano nella garanzia di Stato, che avvicina la tranche senior a un Btp, un meccanismo interessante per creare quel mercato degli Npl italiani che non è sinora decollato.
"Un arco di tempo molto ampio consentirà la ripresa della redditività e una maggiore possibilità di assorbire gli aumenti di capitale necessari" dice l'esperto Fabio Bolognini che considera comunque l'accordo "un topolino partorito dalla montagna".
Il punto di partenza è molto impegnativo. I 200 miliardi di sofferenze, che valgono ormai oltre il 10% del totale dei crediti, sono destinati a salire ulteriormente sino a metà 2016, secondo le stime, tra gli altri, di Standard & Poor's.
Nel settore non finanziario, l'incidenza delle sofferenze sfiora il 18% con punte ormai vicine al 30% nel settore delle costruzioni, il più in difficoltà ancora oggi nell'agganciarsi alla ripresa in corso.
Di fronte a questo quadro le banche attendono con impazienza nuovi provvedimenti del governo, dopo quelli di metà 2015, per ricondurre i tempi del recupero dei crediti, oggi pari in Italia a sette anni, in linea con quelli europei.