Di Mauro Speranza
Investing.com - In un calmo venerdì di ponte italiano dopo la festività del 25 aprile, i mercati guardano al tardo pomeriggio di oggi quando si attende il giudizio di Standard & Poor's.
L’attesa è caratterizzata da una debolezza del Ftse Mib, in flessione di mezzo punto percentuale, con gli altri indici europei in ‘rosso relativo’. Il Ftse 100 cede lo 0,35%, seguito dall’Ibex 35, mentre ‘dondolano’ intorno allo 0% il Cac 40 e il Dax.
Se l’euro sembra in attesa intorno quota 1,1141 verso il dollaro, lo spread prosegue il suo cammino crescente delle ultime settimane e arriva a toccare quota 270 punti, ai massimi dallo scorso febbraio.
In uno stato di calma apparente, il dubbio amletico si concentra sul giudizio di S&P. “Farà un ‘tuffo’, quasi certamente scatenando dolore sull'Italia e potenzialmente spingendo l'euro molto al di sotto del suo minimo di quasi due anni sotto i 1,12 dollari contro il dollaro?”, si chiede Katie Martin del Financial Times. “Probabilmente no, con le elezioni parlamentari europee alle porte” è la risposta della giornalista americana.
Standard & Poor's, tra le più importanti agenzie di rating, ha un rating sul nostro paese a BBB, ovvero due scalini sopra il livello “spazzatura”. L’abbassamento al livello “junk”, comporterebbe l’esclusione automatica da molti portafogli istituzionali che porterebbe ad una impennata dei rendimenti dei titoli di stato e un aumento del costo del debito.
Il Documento Economico Finanziario del governo ha confermato un aumento del rapporto debito/Pil al 132,6% (+0,4% rispetto all’anno scorso) e in deficit al 2,4% unito ad una crescita economica di appena lo 0,2%. Nonostante questi dati, però, il downgrade non appre scontanto.
“Il rischio di alimentare tensioni potenzialmente rilevanti nel mercato dei titoli di Stato italiani nel periodo che precede le elezioni rappresenta un ostacolo politico sufficientemente alto da far ritenere che il miglioramento delle condizioni di finanziamento dell'Italia sia sufficiente a rovesciare l'equilibrio a favore di una decisione di rating costante", spiegano gli esperti di Rabobank.
“E’ probabile che la pagella italiana sia mista”, aggiungono questi analisti. “S&P ha registrato una crescita del prodotto interno lordo reale dell'1,1 per cento nell'anno, al di sotto delle previsioni. Al contrario, l'economia è entrata in una recessione tecnica alla fine dello scorso anno e è in crescita lieve. Ciò renderà difficile eguagliare la previsione di deficit di bilancio dell'agenzia di rating del 2,7 per cento”.