Investing.com - Dopo un fatidico 2018, quest'anno l'incertezza politica e monetaria negli Stati Uniti è di nuovo uno dei grandi catalizzatori dei mercati finanziari. Al momento, i mercati europei sono quotati in verde e Wall Street attende con impazienza l'esito di un possibile riavvicinamento "reale" tra Stati Uniti e Cina.
Negoziati commerciali
I mercati sono ancora molto consapevoli delle relazioni commerciali tra Washington e Pechino. "Il ciclo di trattative si conclude oggi e il suo esito (tono dei messaggi) determinerà il procedere degli scambi nell borse. Se il tono sarà costruttivo, le borse rimbalzeranno", spiegano in Bankinter (MC:BKT).
Ricordiamo che oggi Donald Trump ha in programma la partecipazione in un programma televisivo intorno alle 21:00 ora italiana. Gli investitori osserveranno ciò che il presidente degli Stati Uniti dirà sui colloqui con Pechino.
La nuova strategia della Fed
Il mercato sta già ipotizzando un cambiamento delle prospettive sui tassi d'interesse statunitensi. Secondo gli analisti di Bankinter, "ora il consenso (sia Bloomberg che Reuters) non solo non prevede alcun aumento nel 2019 (prima erano almeno due), ma comincia a considerare un calo rispetto all'attuale 2,25%/2,50% in novembre/dicembre.
Secondo questi esperti, "l'approccio di Powell di venerdì scorso rafforza la prospettiva che la Fed ha molto da dire quando si tratta di riorientare sia l'economia che, soprattutto, i mercati azionari. Insistiamo sul fatto che non si deve sottovalutare la capacità delle banche centrali di riaggiustare e correggere la situazione”.
José Luis Cárpatos, CEO di Serenity Markets, avverte che "è stato detto dalla Federal Reserve di Boston che solo un aumento dei tassi di interesse potrebbe essere adeguato. Ricordate che in questo momento tutte le possibilità sono aperte e la stessa Federal Reserve ha ammesso che nel corso del 2019 ogni riunione tenuta per decidere la politica monetaria dipenderà dall'interpretazione dei dati, quindi siamo in un momento in cui tutti i dati economici non sono visti in chiave economica, ma in chiave Federal Reserve”.
"In breve, il tono comincia ad avere un aspetto diverso, i ribassisti non controllano più il mercato come prima e le battute d'arresto accumulate dall'ottobre 2018 attualizzano una situazione significativamente peggiore di quella verso cui ci stiamo realmente dirigendo, il che non è male", aggiungono in Bankinter.