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Fed: previsti tassi invariati, annuncio tapering e dot plot transitorio

Pubblicato 20.09.2017, 09:54
Aggiornato 20.09.2017, 13:00
© Reuters.  Fed: previsti tassi invariati, annuncio tapering e dot plot transitorio

Investing.com - La Federal Reserve dovrebbe lasciare i tassi di interesse invariati al range attuale compreso tra l’1,00% e l’1,25% nell’annuncio di oggi delle 14:00 ET (18:00 GMT) e rivelare i piani per la conclusione, o tapering, del programma di acquisti di asset in modo da iniziare, probabilmente ad ottobre, a ridurre il bilancio da 4,5 mila miliardi di dollari.

La probabilità che non ci siano modifiche sui tassi si attesta al 100% e il piano generale sul tapering è stato presentato dalla Fed stessa a giugno in quella che il presidente della Fed di San Francisco John Williams ad agosto ha definito “la notizia più telegrafata nella storia delle banche centrali”, perciò l’attenzione dei mercati sarà rivolta sui fattori legati alle prossime decisioni sulla politica monetaria durante la conferenza stampa della presidente della Fed Janet Yellen in agenda alle 14:30 ET (20:30 GMT).

Il tapering aumenterà la pressione sul rendimento dei bond

Il piano sul tapering già delineato dalla Fed consiste nel ridurre il bilancio di soli 10 miliardi di dollari al mese divisi tra circa 6 miliardi di dollari di Buoni del Tesoro e 4 miliardi di dollari di titoli emessi da agenzie e obbligazioni garantite da mutui (MBS) aumentando il taglio ad intervalli trimestrali fino alla riduzione dei riacquisti pari ad un totale di 50 miliardi di dollari, o 30 miliardi di dollari di Buoni del Tesoro e 20 miliardi di dollari di MBS.

Le previsioni sulla cifra che la Fed vuole raggiungere per il bilancio vanno da circa 2 mila miliardi di dollari a 3 mila miliardi, segnale di una riduzione graduale che necessiterà di anni per essere completata, garantendo alla Fed la flessibilità di modificare la decisione in base agli sviluppi politici.

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Rispetto agli attuali 4,5 mila miliardi di dollari, un livello raggiunto alla fine del 2014 e a cui il bilancio si attesta da allora, il portafoglio della Fed era vicino ai 900 miliardi di dollari prima della crisi finanziaria del 2007-2009.

Secondo Goldman Sachs, l’attuale bilancio si è gonfiato fino all’equivalente del 23% del prodotto interno lordo USA, rispetto al 6% del PIL segnato prima della crisi.

La speranza delle banche centrali è che le loro intenzioni siano sufficientemente trasparenti e che le cifre siano abbastanza ridotte e graduali da non creare scompiglio sui mercati.

Tuttavia, secondo Goldman il rendimento dei Buoni del Tesoro USA aumenterà comunque di 20 punti base nell’anno successivo all’inizio del programma, salendo gradualmente man mano che si procederà con il tapering.

Inflazione ostinatamente debole

Mentre la Fed continua ad andare avanti con la normalizzazione della politica economica, i suoi membri si trovano ad affrontare lo scoraggiante problema del vedere dati positivi sulla crescita e fenomenali sull’occupazione che tuttavia finora non sono riusciti a far salire i dati sull’inflazione.

Gli esperti però ritengono che la Fed manterrà la propria posizione, ribadendo che i livelli bassi di inflazione sono “transitori”.

La Fed punta ad un’inflazione del 2% e il suo indicatore preferito, l’indice PCE, si è attestato solo all’1,4% a luglio, sebbene l’indice dei prezzi al consumo sia salito all’1,9% ad agosto dall’1,7% del mese precedente.

Un recente sondaggio di Bloomberg condotto sugli economisti ha mostrato che solo il 20% ritiene che i rischi per la crescita e l’inflazione siano al ribasso, il minimo da marzo.

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Inoltre, il 75% degli esperti intervistati ha dichiarato che la Fed non cambierà la dichiarazione post-vertice per mostrare apprensione per l’inflazione, rispetto al 67% del sondaggio di luglio.

Riflettori sul “dot plot”

Molti analisti prevedono che il vertice si focalizzerà sulla possibilità che la parte del Sommario delle Proiezioni Economiche della Fed che riguarda le previsioni sui tassi di interesse - il cosiddetto “dot plot” che riporta in modo anonimo le stime dei singoli sui livelli dei tassi nel tempo - possa rivelare un calo.

Morgan Stanley sottolinea che la sua previsione che non ci siano cambiamenti si basa sulla possibilità che solo due cambi tra i membri della Fed possano far scendere la media a lungo termine al 2,75% dal 3,00% precedente.

Indica inoltre che nel 2018 la percentuale potrebbe scendere all’1,875% dal 2,125% precedente.

Tuttavia, gli esperti mettono in evidenza che ritengono che “ci sia il rischio che la Yellen possa avere un atteggiamento più sprezzante nei confronti delle sorprese ribassiste dei dati sull’inflazione”, come dimostrato in occasione di un recente discorso dal presidente della Fed di New York William Dudley.

“Sebbene l’inflazione sia al momento inferiore al nostro obiettivo a lungo termine, ritengo che sia comunque appropriato continuare a ridurre gradualmente la politica monetaria allentata”, ha affermato Dudley.

“Questa valutazione è supportata dal fatto che le condizioni finanziarie si sono attenuate, piuttosto che inasprite, nonostante la Fed abbia alzato il range dell’obiettivo dei tassi di interesse a breve termine di 75 punti base dallo scorso dicembre”, ha spiegato.

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Per come stanno le cose, gli economisti del sondaggio di Bloomberg ritengono in generale che la Fed possa confermare la previsioni di tre aumenti nel 2018, anche se il dot plot mostrerà che il primo avverrà a giugno anziché a marzo, come precedentemente stimato.

ING, nella sua previsione, nota che i mercati si aspettano al momento solo un aumento dei tassi nel 2018, allontanandosi dalle stime della Fed di tre aumenti.

“Un ribasso del grafico potrebbe complicare gli sforzi compiuti dalla Yellen per convincere i mercati che sono troppo compiaciuti”, avvertono gli economisti.

“Sebbene il grafico del 2017 possa ancora provvisoriamente comportare un aumento dei tassi a dicembre, prevediamo che sempre più membri chiedano una pausa per il resto dell’anno; una richiesta da parte di più di cinque indicherebbe che le speranze di un aumento dei tassi a dicembre vacillano”, spiegano.

Deutsche Bank ritiene che gli sviluppi dell’inflazione saranno determinanti e che siano probabilmente necessarie ulteriori prove di una stabilizzazione dell’andamento dell’inflazione.

“Alcuni ‘pallini’ della Fed probabilmente diminuiranno in occasione del vertice di settembre, ma ci aspettiamo che l’aumento di dicembre resti una possibilità”, dicono gli esperti.

“Nel 2018 prevediamo tre aumenti (il primo a giugno), in linea con la Fed e contrariamente a quanto si aspettano i mercati”, concludono.

La durata del “dot plot” sarà breve stavolta

I future Fed fund non escludono la possibilità di un aumento a dicembre, con le probabilità che si attestano intorno al 63%, secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com.

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Quest’oggi i riflettori probabilmente saranno puntati sulla capacità della Yellen di convincere i mercati a mantenere queste previsioni anche se la banca centrale annuncerà i piani per la riduzione del bilancio.

Al centro della scena anche il “dot plot”, da cui i mercati cercheranno di interpretare le prospettive per i tassi di interesse, ma gli imminenti appuntamenti al cuore della Fed potrebbero rendere il grafico uno strumento relativamente utile per le previsioni del 2018 e 2019 questa volta.

Con il vice presidente della Fed Stanley Fischer che si dimetterà a metà ottobre, la possibilità di una riconferma della Yellen a febbraio (il Presidente USA Donald Trump ha di recente confermato che è una dei candidati), il governatore della Fed Randal Quarles in attesa della conferma del Senato e altre due posizioni ancora disponibili per la nomina da parte del Presidente, il dot plot che sarà rilasciato questo mercoledì è passibile di modifiche.

Con gli attuali membri come Fischer, e probabilmente la stessa Yellen, che escono dalla formazione e nuovi membri che si aggiungono alla squadra che si occupa dei tassi, la composizione delle previsioni sui tassi di interesse che sarà rilasciata oggi potrebbe subire cambiamenti significativi.

Non bisogna dimenticare inoltre gli ulteriori dati sui prezzi che potrebbero rafforzare o indebolire l’idea della Fed che l’inflazione debole sia transitoria, gli effetti sulla crescita della recente stagione degli uragani e la conseguente ripresa e il fatto che ancora una volta i mercati si ritrovano di fronte all’incertezza per la scadenza del tetto del debito a dicembre.

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Tenendo presente tutto questo, tutti i segnali indicano che il dot plot del vertice di settembre potrebbe avere davvero una scadenza a breve.

Per non perdere gli aggiornamenti sulle aspettative dei mercati sugli aumenti dei tassi della Fed, utilizza lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com:

https://it.investing.com/central-banks/fed-rate-monitor

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