MILANO (Reuters) - La discesa dei prezzi petroliferi potrebbe portare soprattutto benefici all'Italia, stimabili in mezzo punto percentuale di Pil mentre viene confermato l'obiettivo di realizzare 10 miliardi dalle privatizzazioni che, nel 2015, dovrebbero coinvolgere Poste, Enav e probabilmente Ferrovie.
Lo afferma il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in un'intervista pubblicata stamane dal Messaggero, all'indomani di una seduta sui mercati finanziari contraddistinta da forti tensioni sulla Russia, legate anche alla discesa delle quotazioni del greggio.
"Se è vero che le criticità russe possono incidere temporaneamente sull'economia europea creando qualche difficoltà, dalla caduta dei prezzo del greggio l'Italia potrebbe ricavare soprattutto benefici" afferma Padoan, che prosegue: "c'è una scuola di pensiero secondo cui un petrolio stabilizzato a 60 dollari produrrebbe una crescita dello 0,5% del nostro Pil".
Sul fronte dei conti pubblici il ministro ricorda che il debito pubblico salirà probabilmente ancora per buona parte del 2015 e solo nel 2016 si avrà una significativa inversione di tendenza.
"Basterebbe una crescita dell'1% e un'inflazione vicina al 2% per riportare il problema debito entro limiti di assoluta tranquillità" nota Padoan.
Oltre alla crescita, per ridurre il debito pubblico, il ministro torna a parlare di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico per cui "quanto prima partirà la revisione del Testo unico che disciplina questa materia per semplificarla"; ma Padoan cita soprattutto le privatizzazioni di Poste, Enav e "probabilmente" Fs per il 2015, senza dimenticare il collocamento di una quota di Enel (MI:ENEI), con tempistiche che dipenderanno dalle condizioni di mercato.
"Presumibilmente si tratterà del 40% di Poste, del 49% di Enav e di una partecipazione non lontana dal 40% di Fs", ha indicato Padoan, precisando di non aver preso ancora una decisione definitiva sulla percentuale di capitale che verrà quotata.
L'obiettivo di realizzo confermato è di 10 miliardi.
"Naturalmente dovremo fare i conti con il mercato. Ma siamo fiduciosi", ha detto.
Padoan ha infine definito il piano Juncker "un primo passo utile" mentre ha ricordato che in Grecia la situazione politica "è indubbiamente delicata, ma la situazione in Europa è molto diversa da quella del 2010-2011".
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