Investing.com — Le istituzioni e gli investitori giapponesi sono stati a lungo una fonte affidabile di domanda per i titoli del Tesoro statunitense, ma l’inarrestabile impennata dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi sta lanciando un segnale d’allarme per i detentori di bond USA, aumentando il rischio che i capitali giapponesi possano iniziare a tornare in patria proprio mentre l’appetito globale per il debito statunitense vacilla.
"Potrebbe esserci un punto di svolta in cui gli investitori giapponesi rimpatriano improvvisamente i loro capitali dagli USA verso il Giappone. Alcuni trader percepiscono che questo momento si stia avvicinando, motivo per cui USD/JPY viene offerto mentre i rendimenti dei JGB salgono", hanno affermato gli analisti di Macquarie in una nota recente.
Le entità giapponesi, comprese le riserve ufficiali, sono i maggiori detentori esteri di titoli del Tesoro statunitense, con circa 1,13 trilioni di dollari nel primo trimestre del 2025, secondo gli analisti. Tuttavia, dopo anni di rendimenti ultra-bassi, il mercato obbligazionario giapponese è in ascesa, riducendo il divario con i bond statunitensi e diminuendo l’incentivo a mantenere capitali negli USA.
Il rendimento del JGB a 30 anni è recentemente balzato a un massimo storico del 3,185%, mentre il rendimento a 40 anni ha toccato un picco di 3,635%. Questo risveglio dal letargo dei JGB porta chiaramente l’impronta della Bank of Japan. La BoJ ha mostrato maggiore flessibilità nel controllo della curva dei rendimenti mentre l’inflazione in Giappone sale, rendendo i titoli domestici più attraenti.
Il rischio, avverte Macquarie, è che se ai rendimenti dei JGB viene permesso di salire abbastanza, "l’incentivo a esportare capitale verso gli USA diventa un incentivo a importare capitale dagli USA". Ciò potrebbe innescare un improvviso riequilibrio dei portafogli istituzionali giapponesi, spostando investimenti dai Treasury ai JGB, mettendo a rischio il dollaro e i tassi statunitensi.
La pressione si sta già manifestando nei mercati: l’asta dei bond USA a 20 anni ha recentemente registrato una debole domanda da parte degli acquirenti esteri, spingendo i rendimenti ai massimi di due anni e pesando sul dollaro. Sebbene gli USA non siano gli unici ad affrontare rendimenti più elevati (anche Bund e Gilt hanno subito vendite), Macquarie sostiene che il dollaro viene preso di mira perché gli investitori esteri sono "sovrappesati nell’esposizione USA" dopo anni di sovraperformance.
La Bank of Japan difficilmente interverrà con tagli dei tassi o un ritorno al rigido controllo della curva dei rendimenti, preferendo invece segnalare stabilità finanziaria e intensificare gli acquisti di JGB solo se i rendimenti aumentano troppo rapidamente.
Tuttavia, con gli investitori giapponesi di fronte a un mercato obbligazionario domestico più attraente e l’aumento dei rischi globali, il pericolo di una fuga di capitali dai Treasury statunitensi - e nuova volatilità per il dollaro e i tassi USA - rimane in primo piano.
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