Secondo l’analisi di Greenwood (Invesco) l’inversione della curva dei rendimenti dei Treasury è un sintomo e non una causa
L’inversione della curva dei rendimenti implica l’arrivo di una recessione? Secondo John Greenwood, Chief Economist di Invesco, non è così. Perché rendimenti più elevati dei Treasury a 3 anni rispetto a quelli a 5 anni, in realtà, vanno letti come un sintomo e non come una causa. L’economista di Invesco ha portato diversi esempi a livello globale per supportare questa tesi. A cominciare dall’Australia, dove negli ultimi 18 anni ci sono state 3 inversioni della curva dei rendimenti senza alcuna recessione. Passando poi per il Giappone, dove dal 1998 è successo 4 volte senza coincidere con un calo del PIL, oppure in Germania, dove è avvenuto l’inverso nel 2003, con una recessione non coincisa con un’inversione della curva.
CICLO USA NON ANCORA FINITO
L’analisi di John Greenwood ha interessato molti altri aspetti dell’economia mondiale. E secondo l’economista di Invesco, nonostante un consensus generale abbastanza negativo, il ciclo economico delle economie avanzate potrebbe avere ancora un pezzo di strada da fare. Anche se, rispetto alla Federal Reserve negli Stati Uniti, la BCE ha uno spazio di manovra più ridotto che può rendere proprio l’Europa più vulnerabile rispetto a una possibile recessione. Per quanto riguarda il tema inflazione, secondo Greenwood non si tratta di un parametro influenzato dalle politiche economiche quanto piuttosto dalle politiche monetarie. Sul fronte Brexit, infine, Greenwood sostiene che il rallentamento del Regno Unito sia temporaneo...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Invesco