A cura di Mauro Speranza
Investing.com - In una Roma blindata, il presidente cinese Xi Jinping è sbarcato nella penisola intasando il centro storico della capitale con una carovana di 500 persone, tra addetti alla sicurezza, 120 giornalisti e 300 dirigenti d’azienda e funzionari ministeriali.
L’obiettivo della missione resta quello di “rafforzare gli scambi commerciali e gli investimenti tra i due paesi”, secondo le parole di Xi Jinping, con un focus particolare su quello che viene definita “Nuova Via della Seta”, nota anche con il termine inglese “Belt and Road Initiative” o BRI.
Si tratta di un progetto cinese di miglioramento del commercio della Repubblica Popolare Cinese con i paesi dell’Eurasia, partendo dallo sviluppo delle insfrastrutture di trasporto e logistica per favorire i flussi di investimento internazionali e gli sbocchi commerciali per le produzioni cinesi.
L’Italia rappresenta una delle tappe di Xi Jinping in Europa, che si tradurrà nella firma di alcuni accordi con il Premier Giuseppe Conte.
Questi accordi, però, saranno caratterizzati da una postilla ‘scritta in piccolo’: non costituiscono un obbligo, o una “base di impegno legale o finanziario”, ma semplicemente si tratta di accordi preliminari e una cornice entro la quale si muoveranno successivi contratti commerciali e industriali.
Proprio qui dovrebbe intervenire la “carovana” al seguito di Xi Jinping: la delegazione al suo seguito dovrebbe firmare una trentina di accordi con benefici per entrambi. Per l’Italia, le esportazioni italiane dovrebero lievitare per un valore di sette miliardi di euro.
La firma che apporrà Giuseppe Conte non avrà conseguenze immediate: saranno le società direttamente interessate ai singoli affari a stabilire le reali conseguenze. Inoltre, gli accordi non dovranno minacciare le attività strategiche dell’Unione europea, già critica su questa “fuga in avanti” dell’Italia nelle relazioni internazionali.
I punti dell’accordo
Cooperazione e sviluppo sono le parole chiave dietro le quali vengono inseriti progetti per strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia e telecomunicazioni, ma senza entrare nei dettagli.
Particolarmente intessati saranno Ansaldo Energia (MI:STS) e Cassa depositi e prestiti con Ansaldo che produce centrali elettriche già di proprietà cinese.
Per quanto riguarda Cdp, inoltre, il suo ruolo di ‘braccio finanziario dello Stato’ sarà fondamentale per i cosiddetti ‘Panda bond’. Si tratta di obbligazioni emesse col fine di raccogliere capitale da banche e altre istituzioni cinesi per finanziare le imprese italiane in Estremo Oriente. L’operazione è stata confermata oggi dal Vice Presidente della Banca centrale cinese, Lin Jingzhen.
Il potenziamento dei porti di Trieste e Genova rappresentano grossi timori, in quanto la loro posizione strategica nel mar Mediterraneo appare ancora fondamentale anche nel 21esimo secolo.
Tra i protagonisti, ci sarà anche Eni (MI:ENI), la quale firmerà domani con la Banca centrale cinese un accordo per rafforzare la collaborazione sull'utilizzo di diversi strumenti finanziari. Ad annunciarlo è stato Lapo Pistelli, direttore delle relazioni internazionali del gruppo. "Fu Mattei nel 1958 ad aprire la Via della Seta al contrario" ha sottolineato Pistelli nel corso di un suo intervento durante la sessione energia del forum Busness Italia Cina, poi esprimendo "la più completa soddisfazione per i rapporti con questi giganti cinesi e l'auspicio di nuove possibilità di collaborazione per il futuro".
Il video con le dichiarazioni alla stampa del Presidente Mattarella e del Presidente XI Jinping: