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Le cinque cose da seguire sui mercati questo giovedì

Pubblicato 01.03.2018, 11:25
Aggiornato 01.03.2018, 11:25
© Reuters.  Le cinque cose da seguire sui mercati questo giovedì

© Reuters. Le cinque cose da seguire sui mercati questo giovedì

Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo giovedì 1 marzo:

1. Powell torna a Capitol Hill

Gli investitori attendono il secondo intervento del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell, in seguito ai commenti resi a inizio settimana che hanno riacceso i timori di un aumento più veloce dei tassi di interesse USA.

Powell testimonierà davanti alla Commissione Bancaria del Senato alle 10:00 ET (15:00 GMT).

In occasione della sua prima udienza congressuale come capo della Fed martedì, Powell ha promesso di impedire all’economia di surriscaldarsi, restando fedele al piano di aumentare gradualmente i tassi di interesse.

Le sue parole hanno riacceso le speculazioni sui mercati azionari circa l’inasprimento della politica monetaria statunitense di quest’anno, che potrebbe avvenire più velocemente del previsto. In effetti, molti economisti cominciano a prevedere quattro aumenti dei tassi per quest’anno, rispetto ai tre stimati dalla Fed.

2. Riflettori sull’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed

Oltre al discorso di Powell, il calendario economico di questo giovedì prevede l’attesissimo report sui redditi e le spese procapite di febbraio, che comprende i dati sull’inflazione delle spese dei consumi procapite, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed, alle 8:30 ET (13:30 GMT).

Il report dovrebbe mostrare che l’indice sui prezzi PCE core sia salito dello 0,3% il mese scorso, dopo l’aumento dello 0,2% del mese prima. Su base annua, i prezzi PCE core dovrebbero essere aumentati dell’1,5%, invariati rispetto al mese precedente.

La Fed considera l’indice PCE uno strumento utile per decidere se alzare o abbassare i tassi di interesse, mirando a mantenere l’inflazione a poco meno del 2%.

Oltre ai dati sull’inflazione, saranno seguiti i report sulle richieste settimanali di sussidio di disoccupazione, sull’attività manifatturiera ISM, sulle spese edilizie e sulle vendite mensili di auto.

3. Dollaro al massimo di sei settimane

Il dollaro sale al massimo di oltre sei settimane, spinto dalle aspettative che la Fed possa alzare i tassi di interesse ben quattro volte quest’anno, più delle tre previste.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 90,70 dopo aver toccato il massimo di 90,74 nella notte, il massimo dal 18 gennaio.

Intanto, il rendimento dei Buoni del Tesoro a 10 anni si attesta al 2,841%, continuando ad allontanarsi dal massimo di quattro anni del 2,957% della settimana scorsa.

Contro lo yen, il dollaro sale dello 0,1% a 106,80 dollari.

L’euro crolla al minimo dal 18 gennaio di 1,2180 dollari, in un clima di incertezza politica con gli italiani che si preparano alle elezioni nazionali di domenica.

La sterlina scende a 1,3727 dollari, il minimo da metà gennaio: sulla valuta pesano i rinnovati timori per la Brexit, dopo che il Primo Ministro britannico Theresa May ha dichiarato che la bozza dell’accordo pubblicata ieri dall’UE danneggerebbe il Regno Unito minacciando la sua integrità costituzionale.

4. Peggiora il selloff delle borse globali

I titoli azionari globali crollano per il terzo giorno consecutivo, con l’attenzione che torna ad essere rivolta sul Presidente della Fed Powell e su quello che potrebbe emergere sui tassi di interesse USA in occasione della sua nuova testimonianza al Congresso.

Le borse asiatiche chiudono in negativo, con il nipponico Nikkei 225 che registra la peggiore performance crollando dell’1,6%. In controtendenza i titoli azionari cinesi, su dopo i dati che hanno rivelato che la crescita del settore manifatturiero cinese è salita al massimo di sei mesi.

In Europa, quasi tutte le borse sono negative negli scambi di metà mattina. L’indice Stoxx Europe 600, la principale misura dei prezzi dei titoli della regione, scende dello 0,8%, con la maggior parte dei settori in rosso.

Intanto, a Wall Street, i future dei titoli azionari USA sono in calo, segnale che le borse potrebbero essere pronte a proseguire il crollo di ieri. I future Dow scendono di quasi 110 punti, o dello 0,4%, mentre i future S&P 500 vanno giù di 6 punti, o dello 0,3% e i future Nasdaq 100 sono in calo di 15 punti, o dello 0,2%.

Gli utili previsti per oggi sono legati al settore vendite e sono attesi in particolare quelli di Kohl’s (NYSE:KSS), Best Buy (NYSE:BBY), Nordstrom (NYSE:JWN), Gap (NYSE:GPS) e del produttore di armi American Outdoor Brands (NASDAQ:AOBC).

I titoli azionari USA sono crollati negli scambi altalenanti di ieri, con l’indice Dow giù dell’1,5%, o di 380 punti.

5. Il prezzo del greggio scende, aumento della produzione USA

Il prezzo del greggio si indebolisce, i crescenti timori per l’aumento della produzione negli Stati Uniti hanno trascinato i prezzi ai minimi di una settimana.

La produzione petrolifera statunitense, grazie all’estrazione di scisto, è schizzata al massimo storico di 10,28 milioni di barili al giorno la scorsa settimana, secondo i dati governativi, restando al di sopra dei livelli di produzione sauditi e vicino a quelli della Russia, il principale produttore mondiale di greggio.

I future del greggio WTI scambiati a New York scendono di 35 centesimi, o dello 0,6% a 61,29 dollari al barile, mentre a Londra i future del greggio Brent si attestano a 64,50 dollari al barile, in calo di 23 centesimi, o dello 0,4%.

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