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Le cinque cose da seguire sui mercati questo martedì

Pubblicato 16.01.2018, 11:12
Aggiornato 16.01.2018, 12:43
© Reuters.  Le cinque cose da seguire sui mercati questo martedì

Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo martedì 16 gennaio:

1. Crollo delle principali criptovalute, forte selloff

Il prezzo delle principali criptovalute cola a picco, con Bitcoin, Ethereum e Ripple che registrano crolli percentuali a due cifre nell’ambito di un forte selloff.

La riduzione del volume degli scambi in Giappone e Corea del Sud, nonché l’aumento dei timori per i controlli da parte dei regolatori globali sembrano aver spaventato il mercato.

Il Bitcoin crolla del 18% a 11.276 dollari. Precedentemente ha visto un crollo di oltre il 20% al minimo di sei settimane di 10.891 dollari. Il prezzo è colato a picco di più del 40% dal massimo storico segnato a metà dicembre.

L’Ethereum, la seconda principale criptovaluta per capitalizzazione di mercato, crolla del 22% a 1.039 dollari, ben al di sotto del massimo storico di 1.423,20 dollari di sabato.

Intanto, il token XRP del Ripple si attesta a 1,2527 dollari, con un crollo del 31% sulla giornata.

Il 2018 non è iniziato bene per le criptovalute e la settimana scorsa sono stati registrati cali per la seconda settimana consecutiva.

2. I future Dow puntano ad un’apertura positiva in attesa degli utili di Citigroup

I future di Wall Street sono scambiati al rialzo, puntando ad un’altra seduta da record quando i trader rientreranno dal lungo weekend festivo.

I future Dow blue-chip schizzano di 256 punti, o dell’1% ad un nuovo massimo storico di 26.058 in vista della riapertura dei mercati USA dopo la festa di Martin Luther King Jr.

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I future S&P 500 vanno su di 14 punti, o dello 0,5%, mentre i future Nasdaq 100 legati al settore tech sono in salita di 34 punti, o dello 0,5%.

Questa settimana sono previsti gli utili del quarto trimestre di colossi come Citigroup (NYSE:C) e United Health (NYSE:UNH) i cui risultati sono attesi per oggi.

3. Il dollaro si lecca le ferite

Il dollaro oscilla vicino al minimo di tre anni, tra le aspettative che le banche centrali in Giappone e nella zona euro possano ridimensionare lo stimolo monetario prima del previsto.

L’indice del dollaro, che replica l’andamento della valuta statunitense contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 90,40 dopo essere crollato al minimo di 90,05 ieri, quando i mercati statunitensi erano chiusi. Si tratta del minimo dal dicembre 2014.

Contro lo yen, il dollaro è scambiato a 110,62 dopo essere sceso al minimo di quattro mesi di 110,33 ieri.
L’euro si attesta a 1,2230, non lontano dal massimo di tre anni di 1,2296 del giorno prima.

Il dollaro si è indebolito di recente nelle aspettative che la ripresa economica globale possa lasciare indietro la crescita statunitense e spingere le altre principali banche centrali, a partire dalla BCE, a cominciare a ridimensionare la politica monetaria allentata ad un ritmo più veloce del previsto.

4. Il greggio si allontana dal massimo del 2014, sale il numero degli impianti USA

Il prezzo del greggio si stacca dal massimo da fine 2014, mentre i mercati valutano l’aumento del numero degli impianti di trivellazione USA attivi rispetto agli sforzi dei principali produttori per ridurre le scorte in eccesso.

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I future del greggio USA West Texas Intermediate scendono dello 0,1%, a 64,28 dollari al barile, mentre i future del Brent sono in calo dello 0,7% a 69,75 dollari al barile.

Entrambi i prezzi hanno raggiunto i massimi dal dicembre 2014 nella seduta precedente.

Analisti e trader avvertono che la recente impennata potrebbe incoraggiare i produttori di petrolio da scisto USA ad aumentare la produzione nelle prossime settimane nel tentativo di trarre vantaggio dai prezzi più alti, vanificando gli sforzi dell’OPEC di ridurre le scorte in eccesso.

5. L’inflazione britannica segna il primo calo in 6 mesi

L’inflazione britannica scende per la prima volta in sei mesi a dicembre, grazie al costo delle tariffe aeree, dei giochi e dei giocattoli.

Il calo porta il tasso al 3,0% dal 3,1% di novembre, dato che è stato il più veloce in oltre cinque anni. La lettura core dei dati sui prezzi al consumo è scesa al minimo di cinque mesi del 2,5%.

L’Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha dichiarato che è troppo presto per capire se l’andamento costituisca o meno “l’inizio di una riduzione a lungo termine del tasso”.

La sterlina resta in lieve ribasso dopo i dati, con la coppia GBP/USD giù dello 0,2% a 1,3760.

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