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Le cinque cose da seguire sui mercati questo mercoledì

Pubblicato 05.12.2018, 11:32
Aggiornato 05.12.2018, 11:32
© Reuters.

Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo mercoledì 5 dicembre:

1. Mercati USA chiusi

I mercati finanziari USA sono chiusi in onore del funerale dell’ex Presidente George H.W. Bush. La borsa di New York e il Nasdaq saranno chiusi in questa giornata di lutto nazionale per il 41esimo presidente degli Stati Uniti, deceduto venerdì scorso all’età di 94 anni.

L’ultima volta che i mercati sono rimasti chiusi per lutto è stato il 2 gennaio 2007, in occasione della morte del presidente Gerald Ford.

Chiusi anche i mercati dei bond.

Nel frattempo, CME Group (NASDAQ:CME) bloccherà il trading dei tassi di interesse e dei prodotti legati ad opzioni e future per tutta la giornata, sebbene il trading elettronico e quello dei mercati energetici e dei metalli proseguiranno normalmente, compresi gli scambi di greggio e oro.

Le altre borse globali funzioneranno normalmente.

Anche i mercati del forex sono attivi, sebbene gli scambi siano più ridotti del normale.

2. Tonfo delle borse globali

I titoli azionari mondiali sono trascinati al ribasso, dopo il forte selloff della notte a Wall Street, con i timori per un possibile rallentamento economico e per lo scontro commerciale USA-Cina che fanno restare i compratori nelle retrovie.

I mercati europei sono sotto pressione, con tutti i settori e le principali borse in territorio negativo negli scambi di metà mattina.

L’indice paneuropeo STOXX 600 crolla di quasi l’1% alle 5:25 ET (10:25 GMT), toccando il minimo dal 23 novembre. Tra gli indici nazionali, il tedesco DAX, il francese CAC 40 e il britannico FTSE 100 scendono di oltre lo 0,8%.

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I mercati azionari asiatici sono al ribasso, con l’indice cinese Shanghai Composite giù dello 0,6% e il nipponico Nikkei in calo dello 0,5%.

Il calo si è registrato sulla scia del tonfo di ieri di Wall Street, con l’indice Dow che ha perso quasi 800 punti, mentre l’indice S&P 500 è crollato di oltre il 3%. L’indice Nasdaq Composite ha registrato un crollo del 3,8% chiudendo in territorio di correzione.

3. Prezzo del greggio in calo

Tra le materie prime, il prezzo del greggio scende tra i segnali di aumento delle scorte USA, mentre i trader continuano a valutare la prospettiva di un taglio coordinato della produzione da parte dei principali produttori petroliferi globali in vista del vertice OPEC di questa settimana.

I future del West Texas Intermediate scendono di 27 centesimi, o dello 0,5%, a 52,98 dollari al barile.

I future del Brent, il riferimento internazionale, sono in calo di 32 centesimi, o dello 0,5%, a 61,76 dollari al barile.

Sui prezzi pesa il report settimanale dell’American Petroleum Institute secondo cui le scorte di greggio USA sono aumentate di 5,4 milioni di barili nella settimana terminata il 30 novembre.

I dati governativi ufficiali sulle scorte USA sono previsti per domani, con un giorno di ritardo per via del lutto nazionale odierno.

4. Indice del dollaro invariato, scambi ridotti

Il dollaro è pressoché invariato contro il paniere delle valute, con i riflettori puntati principalmente sugli sviluppi commerciali globali.

Sul sentimento dei mercati influiscono anche le preoccupazioni per il mercato dei bond USA che indica un’imminente recessione.

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L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è stabile a 96,90. Nella scorsa seduta è sceso al minimo di due settimane di 96,30.

Anche se la maggior parte dei dati economici USA prevista per oggi è stata rinviata, la Federal Reserve pubblicherà il Libro Beige alle 14:00 ET (19:00 GMT).

5. Aggiornamento sulla Brexit

In Europa, gli investitori non perdono di vista gli sviluppi politici nel Regno Unito, dove i legislatori continuano a discutere il piano per la Brexit di Westminster.

Il Primo Ministro Theresa May ha subìto una serie di imbarazzanti sconfitte in Parlamento ieri, spingendo la sterlina al minimo dal giugno 2017.

La moneta britannica si attesta a 1,2735.

La sterlina probabilmente resterà sotto pressione in vista del voto chiave sulla Brexit al Parlamento in programma l’11 dicembre, tra i dubbi circa la possibilità che venga approvato.

-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters

Ultimi commenti

cmq le traduzioni degli articoli sono proprio amanti della parola "crollo" (impiegata spesso anche per variazioni dell'1%). non c'è niente da fare....piace proprio, a volte se non spesso utilizzata a sproposito. un po' come l'altra molto gettonata e cioè "bruciati". semplice osservazione.
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