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M5s chiede a Tria 10 mld per reddito cittadinanza, sale spread

Pubblicato 13.09.2018, 10:23
© Reuters.  M5s chiede a Tria 10 mld per reddito cittadinanza, sale spread
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di Giuseppe Fonte e Massimiliano Di Giorgio

ROMA (Reuters) - Le tensioni tra maggioranza e governo sulla legge di Bilancio spingono nuovamente al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato italiani, con lo spread tra Btp e Bund decennali che torna a quota 241 punti base.

A muovere il mercato è l'indiscrezione, subito smentita, che il Movimento cinque stelle sarebbe pronto a chiedere le dimissioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, qualora non ottenga adeguate risorse per far partire il reddito di cittadinanza.

Reazioni ufficiali a parte, i contrasti ci sono: una fonte qualificata del Movimento spiega infatti che all'ex professore di Tor Vergata è stato chiesto di trovare "almeno 10 miliardi".

Lo spread nel frattempo è balzato dal minimo di 230 al picco giornaliero di 241 punti base, inducendo il M5s a diffondere una nota ufficiale con cui definisce infondate le "pressioni sul ministro Tria, anche in riferimento a sue possibili dimissioni".

La linea però era stata data esplicitamente ieri dal vice premier e capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, che aveva avvertito, intervistato da Bianca Berlinguer su Rai3 che, senza il reddito di cittadinanza in manovra, "si aprirà un problema per il governo".

Questa mattina su Omnibus, il messaggio è stato subito rilanciato da Stefano Buffagni, sottosegretario alla presidenza del consiglio e tra i più vicini a Di Maio: "Bisogna garantire un reddito che faccia uscire le persone dalla soglia povertà, l'obiettivo è 780 euro al mese ed è molto ambizioso".

Buffagni ha inoltre attaccato Tria per le sue aperture su Tav e Tap. "Rispetto Tria ma lui deve rispettare le forze politiche che lo supportano, lui si deve ricordare che non è lì da solo", ha detto.

SORPASSO DELLA LEGA

I negoziati sulla manovra, attesa in Parlamento entro il 20 ottobre, avvengono in un momento in cui diversi sondaggi danno la Lega di Matteo Salvini oltre il 30% dei consensi, 14 punti in più rispetto alle elezioni di marzo.

Da Porta a porta, ieri, il ministro dell'Interno ha alzato la posta sulle pensioni, promettendo già dall'anno prossimo il ritiro dal lavoro con quota 100 tra età anagrafica e contributi versati, ma a partire da 62 anni.

Secondo l'Inps, quota 100 da almeno 64 anni costa fino a 18 miliardi.

La Lega vuole anche ridurre di un punto la prima aliquota Irpef del 23% e introdurre una dual tax al 15 e al 20% su partite Iva e società di persone, con fatturato fino a 100.000 euro.

Considerando che sterilizzare l'aumento di Iva e accise costa nel 2019 12,4 miliardi, accontentare tutte le richieste di Lega e M5s farebbe lievitare la manovra oltre i 25/30 miliardi.

Le coperture non sono note e neppure i nuovi target di deficit e debito. Secondo fonti governative e politiche, la Lega continua ad insistere su Tria perché il rapporto deficit/pil sia fissato oltre il 2% l'anno prossimo.

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