di Gavin Jones e Giuseppe Fonte
ROMA (Reuters) - I margini del premier Giuseppe Conte nel negoziato con le autorità europee sulla manovra sembrano essere limitati perché la Lega è disponibile a valutare solo una marginale riduzione del deficit, indicato finora al 2,4% del Pil nel 2019.
Nel partito di Matteo Salvini, secondo fonti governative e politiche sentite da Reuters, si fa strada la tesi che le proteste dei gilet gialli in Francia indurranno Emmanuel Macron a riportare l'indebitamento netto sopra il tetto europeo del 3%, rafforzando così la posizione dell'Italia a Bruxelles.
La Commissione europea ha bocciato la manovra giallo-verde e ha posto le basi per l'apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo riferita al debito pubblico.
L'Italia presenterà un nuovo Documento programmatico entro la prossima settimana, probabilmente già martedì 11 dicembre, quando Conte vedrà il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker.
In questi giorni, sia Roma sia Bruxelles hanno ammorbidito i toni, manifestando la volontà di arrivare ad una soluzione condivisa.
Ciò nonostante, la Lega difficilmente accetterà di ridurre il deficit sotto il 2,2% mentre il Movimento cinque stelle potrebbe valutare un compromesso al 2,1%, spiegano fonti governative e politiche della maggioranza.
Le forze politiche escludono di arrivare al 2% e men che meno all'1,9% del Pil indicato al G20 di Buenos Aires dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria.
"Non abbiamo niente da dare a Juncker, dobbiamo rispondere agli italiani con numeri seri", ha detto Salvini questa mattina a Radio Anch'io.
È difficile che la Commissione accetti le richieste italiane.
Il precedente governo a guida Pd aveva indicato un deficit tendenziale pari allo 0,8% nel 2019, con un saldo al netto del ciclo e delle una tantum in miglioramento di 0,6 punti di Pil.
La manovra Lega-M5s aumenta invece il deficit strutturale di 0,8 punti.
Tria, martedì scorso alla Camera, ha spiegato che il governo studia nuove dismissioni del patrimonio pubblico a garanzia della dinamica discendente del rapporto debito/Pil.
Ha contribuito Myrian Rivet da Parigi