Investing.com - Dopo l'avviso arrivato ieri dal Commissario agli affari economici, Pierre Moscovici, la Commissione europea chiederà una nuova riduzione del target sul deficit/Pil per il 2019.
Secondo il quotidiano La Repubblica, il taglio richiesto potrebbe essere dello 0,25%, corrispondente a quasi 4,5 miliardi di euro, richiesta confermata anche da La Stampa (4 miliardi) e dal Financial Times. Il nuovo taglio si aggiungerebbe, così, ai 6,4 miliardi già previsti nell’ultima bozza presentata all’Unione europea.
Le trattative, comunque, andranno avanti nei prossimi giorni. “C’è un’atmosfera costruttiva”, spiegano dal Mef, “si sta negoziando sulla base delle ultime proposte italiane con una volontà comune di concludere, anche se non ci sono tempi certi. La Commissione vuole chiarire e approfondire vari aspetti della proposta, che è arrivata solo poche ore prima dell’incontro di ieri sera”. L’Esecutivo Ue “vuole capire e valutare le singole misure. C’è ancora l’ultimo miglio da percorrere”.
Alla Commissione l’obiettivo è fare in modo di arrivare a un accordo nei prossimi giorni, così che si possa rispettare sia il calendario parlamentare italiano (e cioè il voto in Senato sulla manovra martedì, sulla base di emendamenti che dovrebbero arrivare in tempo utile), sia il calendario di lavoro della Commissione, che ha mercoledì prossimo, 19 dicembre, l’ultima riunione del collegio dei commissari prima delle vacanze di fine anno.
Ieri Moscovici aveva cercato di ammorbidire le sue dichiarazioni, affermando di “essere stato frainteso”, per poi sottolineare che “la distanza ora è molto ridotta” visto lo “sforzo consistente e apprezzabile” arrivato da parte del Governo.
La Commissione punterebbe ad uno sforzo strutturale positivo, ovvero una riduzione del deficit al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure una tanum o temporanee.
Uno dei punti fragili delle proposte italiane era la previsione sulla crescita italiana per il 2019, con l’1,5% previsto dal Governo che viene definito incerto, mentre anche lo stesso Di Maio aveva affermato che tale previsione potrebbe essere troppo ottimista.
"Purtroppo la discussione con l'Europa è sul deficit e non sul livello di Pil, e questo già dice molto della situazione attuale", ha osservato il vicepremier. "Detto questo, l'unico motivo per scendere dall'1,5 potrebbe essere legato alla frenata dell'ultima parte dell'anno, causata principalmente dalle esportazioni. Ma il livello degli investimenti e le platee delle nostre misure non verranno toccati", concludeva Di Maio.