ROMA (Reuters) - Conferma della condanna d'appello per omesso pagamento delle imposte per gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ma prescrizione per il mancato pagamento dell'Iva nel 2005, il che comporterebbe un lieve sconto di pena rispetto all'anno e 6 mesi inflitti dalla sentenza di secondo grado.
Queste sono le richieste del procuratore generale di Cassazione Francesco Salzano al processo di ultima istanza che si celebra oggi davanti alla terza sezione penale della Suprema Corte.
Secondo l'accusa gli stilisti, che hanno negato ogni addebito, non avrebbero dichiarato all'Agenzia delle Entrate tasse nell'anno fiscale 2005 (già cadute in prescrizione durante l'appello le accuse relative al 2004) su royalties per circa un miliardo di euro relative a una società creata in Lussemburgo, la Gado, a cui avevano venduto i marchi D&G e Dolce & Gabbana.armadi
"La Gadio era una società non operativa, che rappresenta un caso lineare di estero vestizione, pertanto le tasse andavano pagate in Italia", ha detto il pg, sposando la linea della sentenza di appello.
Tuttavia il ricalcolo dei tempi di prescrizione, ha permesso di accertare che il capo di imputazione relativo all'Iva evasa debba decadere, mentre la prescrizione per la presunta evasione delle altre imposte interverrebbe il 1 novembre.
"Se la Corte accogliesse la richiesta del pg potrebbe già ricalcolare la pena con uno sconto di massimo due mesi", dice l'avvocato Massimo Dinoia che difende i due stilisti e che chiederà l'annullamento della condanna.
La sentenza è attesa in serata.
(Roberto Landucci)