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Mercati, braccio di ferro tra propensione al rischio e inclinazione alla prudenza

Pubblicato 29.05.2018, 11:59
Aggiornato 29.05.2018, 10:00
Mercati, braccio di ferro tra propensione al rischio e inclinazione alla prudenza

Il 2018 continua a inviare segnali contrastanti e gli investitori sono disorientati sulle scelte di portafoglio. Giovedì e venerdì attesi importanti dati sull’inflazione area euro e USA.

Dopo un secondo semestre 2017 all’insegna del tempo bello e stabile nell’economia e sui mercati finanziari, questo 2018 si sta rivelando molto più contrastato di quanto potesse essere previsto. Certo, il contesto idilliaco vissuto nella seconda parte dello scorso anno, con l’economia in crescita sincronizzata a livello mondiale, inflazione sotto controllo e tassi di interesse in moderato rialzo (con diverse banche centrali mondiali con politiche monetarie ancora non restrittive) non poteva durare in eterno.

RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA

Ma è altrettanto vero che il rallentamento della crescita dell’economia in diverse aree del mondo (evidente la frenata, per esempio, della Germania il cui PIL nel primo trimestre 2018 è cresciuto dello 0,3% contro il +0,6% precedente), i timori di inflazione (sulla scia degli aumenti del prezzo del petrolio) e le politiche monetarie sempre meno accomodanti, rendono lo scenario di fondo molto meno idilliaco.

TENSIONI GEOPOLITICHE INTERNAZIONALI

Se a tutto questo aggiungiamo le tensioni geopolitiche internazionali (dalla Libia alla Siria, dall’Iran alla Corea del Nord) ecco spiegato perché le preoccupazioni degli investitori siano salite di livello. Per tutte queste ragioni, in attesa di una maggiore chiarezza sugli sviluppi politici e geopolitici, la pressione sui mercati finanziari potrebbe mantenersi elevata, sebbene lo stress non sembri, almeno per il momento, tale da deteriorare sensibilmente il positivo quadro macroeconomico.

APPROFONDIMENTO – Guarda il video
Radar del 28 maggio 2018

SEGNALI CONTRASTANTI DAI MERCATI

“In una prospettiva globale osserviamo che si stanno manifestando allo stesso tempo segnali di propensione e avversione al rischio in un tiro alla fune che lascia perplessi gli investitori” sostengono gli esperti di Euromobiliare AM Sgr. Il loro riferimento è ai segnali contrastanti che emergono sui mercati con l’indice Vix (che misura la volatilità implicita di Wall Street) che resta sui minimi dell’anno (ieri ha chiuso al di sotto di 15 punti, meno della metà dei 33 punti toccati lo scorso 2 febbraio), lo yen che si rafforza (segnale che gli investitori stanno alleggerendo le posizioni di rischio in portafoglio finanziate con l’acquisto della valuta giapponese) e il titolo di stato USA (Treasury) decennale che scende sotto al 3% di rendimento sulla scia dei verbali della Federal Reserve dai quali emerge una politica monetaria tendenzialmente meno aggressiva.

PREZZO DEL PETROLIO IN ALTALENA

Il tutto senza trascurare l’impennata e la successiva forte correzione del prezzo del petrolio a fronte di aspettative di una revisione dei tagli alla produzione di Opec e Russia già dal prossimo mese. Alla luce di tutto questo c’è molto interesse per alcuni appuntamenti in settimana.

GIOVEDÌ I DATI SULL’INFLAZIONE DELL’AREA EURO

“Giovedì prossimo, per esempio, è atteso il dato preliminare di inflazione di maggio in area dell’euro da cui ci attendiamo un segnale incoraggiante dopo il calo di aprile. L’indice headline (comprensivo delle voci energia e beni di consumo primari, ndr), infatti, dovrebbe incorporare l’aumento dei prezzi energetici registrando un significativo aumento dall’1,2% all’1,6%. Più modesto invece l’incremento dell’indice core (che invece esclude le componenti energia e beni primari, ndr)) che dovrebbe comunque riportarsi verso l’uno per cento” fanno sapere i professionisti di Euromobiliare AM Sgr.

VENERDÌ FOCUS SULLE RETRIBUZIONI USA

Il giorno successivo, venerdì 1 giugno, sarà la volta dei dati sul mercato del lavoro statunitense. “Il focus degli investitori e della Federal Reserve sarà non tanto sul livello di disoccupazione che rimarrà al di sotto del 4%, quanto piuttosto sulla crescita delle retribuzioni che dovrebbe attestarsi intorno al 2,6% – 2.7%. La dinamica salariale rimane infatti sottotono in un contesto di piena occupazione” concludono gli esperti di Euromobiliare AM Sgr.



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