Investing.com - Il prezzo del greggio Brent crolla al minimo dal luglio del 2004 questo mercoledì, i timori per lo stato di salute dell’economia globale fanno presagire che l’eccesso di scorte globali possa durare più a lungo del previsto.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a febbraio crolla di 70 centesimi, o dell’1,94%, a 35,72 dollari al barile alle 08:48 GMT, o alle 3:48 ET, dopo essere crollato a 35,54 dollari, un livello che non si registrava da oltre un decennio.
Ieri, i futures del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra sono crollati di 80 centesimi, o del 2,15%, dal momento che i timori per le scorte in esubero hanno fatto passare in secondo piano le tensioni geopolitiche tra Arabia Saudita ed Iran.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a febbraio crolla di 44 centesimi, o dell’1,21% a 35,53 dollari al barile, il minimo dal 21 dicembre, quando il prezzo si è attestato al minimo di sei anni di 34,29 dollari. ieri, il prezzo del Nymex è crollato di 79 centesimi, o del 2,15%.
Questa settimana, entrambi i prezzi di riferimento sono crollati di quasi il 4%.
I traders attendono la pubblicazione dei dati settimanali sulle scorte statunitensi ed i prodotti raffinati per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale di greggio.
Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, ha sorpreso i mercati annunciando che le scorte di greggio USA sono scese di 5,6 milioni di barili nella settimana terminata l’1 gennaio.
Nel report, tuttavia, si legge inoltre che le scorte di benzina sono aumentate di 7,1 milioni di barili e che le scorte di prodotti raffinati sono aumentate di 5,6 milioni di barili.
La U.S. Energy Information Administration pubblicherà il report settimanale sulle scorte alle 10:30 ET.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli West Texas Intermediate è di 19 centesimi, rispetto ai 45centesimi segnati alla chiusura di ieri.
La produzione globale di greggio supera di gran lunga la domanda a causa dell’impennata della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione per difendere la partecipazione sul mercato.
Molti analisti dei mercati prevedono che l’eccesso di scorte vada ad aumentare quest’anno per via di un’impennata della produzione da parte di Arabia Saudita e Russia.
Il problema delle scorte in esubero peggiorerà ulteriormente quando il greggio iraniano tornerà sul mercato all’inizio di quest’anno, in seguito alla cancellazione delle sanzioni imposte al paese dall’Occidente. Gli analisti hanno dichiarato che il paese potrebbe aumentare la produzione di circa 500.000 barili, facendo aumentare l’eccesso di scorte che sta facendo crollare i prezzi.