MILANO (Reuters) - Saipem (MI:SPMI) scivola in rosso per 1,925 miliardi di euro nei primi nove mesi, di cui 1,978 miliardi nel terzo trimestre, a causa di svalutazioni di asset derivanti dall'approvazione del piano strategico al 2020 e conseguente impairment test per 1,981 miliardi e svalutazioni di crediti nell'onshore drilling per 144 milioni.
Confermata la guidance 2016 -- ricavi a circa 10,5 miliardi, Ebit adjusted intorno a 600 milioni, netto adjusted intorno a 250 milioni e debito netto a circa 1,5 miliardi --, la oil service vede per il 2017 ricavi a circa 10 miliardi, Ebitda intorno a 1 miliardo, utile netto sopra 200 milioni e debito netto sotto 1,4 miliardi.
"Il recupero del mercato è ritardato al 2017 e oltre. E' difficile dire se il 2018 sarà l'anno della ripresa", ha detto il Cfo, Giulio Bozzini, in una call.
Stante lo scenario negativo a causa del basso prezzo del petrolio che spinge le majors a ridurre gli investimenti nell'esplorazione e produzione di idrocarburi, il piano strategico approvato oggi dal Cda di Saipem al 2020 prevede la riduzione di 800 posti di lavoro in Europa e un nuovo modello organizzativo. Verranno create cinque divisioni/società dedicate, rispettivamente, alle attività: costruzioni offshore, costruzioni onshore, drilling offshore, drilling onshore, nonché una realtà dedicata alle attività e ai servizi di ingegneria ad alto valore aggiunto.
A luglio 2015 la società aveva amnnunciato nel periodo 2015-17 un taglio di 8.800 dipendenti a livello globale.
Il piano prevede anche una razionalizzazione dell’"asset base", principalmente riguardante alcuni mezzi navali/rig nei segmenti Drilling e E&C offshore, nonché alcuni cantieri di fabbricazione nei segmenti E&C offshore e onshore in alcuni Paesi, come canada, Brasile e Iraq.
"Il piano intende rispondere alle sfide che ci impone il mercato e permetterà di migliorare in modo strutturato l'offerta di Saipem", ha così commentato l'AD, Stefano Cao. Il manager vede una fase di consolidamento del mercato e di alleanze, a causa della crisi del settore, "e noi stiamo cogliendo tutte le occasioni per prepararci". Confermato l'obiettivo di cessione di asset non core per 300 milioni di euro.
Tornando al terzo trimestre, il risultato netto adjusted è stato pari a 60 milioni (200 milioni nei nove mesi).
Il debito netto al 30 settembre 2016 si ridue a 1.673 milioni di euro da 5.390 milioni di euro al 31 dicembre 2015 in seguito all'operazione di aumento di capitale da 3,5 miliardi realizzata nel primo trimestre dell'anno.
(Giancarlo Navach)