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Trump contro tutti ma la BCE avverte dei rischi mondiali

Pubblicato 28.05.2019, 11:59
Aggiornato 28.05.2019, 11:59
© Reuters.  Trump contro tutti ma la BCE avverte dei rischi mondiali

Versione originale di Di Laura Sánchez – traduzione a cura di Investing.com

Investing.comn - Il “vortice dei tweet” del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump in relazione alle sue conversazioni con le maggiori potenze mondiali in diversi settori, come Cina, Giappone e Iran, continua a muovere i mercati globali.

Cina

"Non c'è ancora una nuova data per la ripresa dei negoziati, anche se una riunione dei leader di entrambi i paesi resta ancora possibile al vertice del G20 di fine giugno. Tuttavia, le prospettive di raggiungere un accordo in concomitanza con questo incontro si sono raffreddate", spiegano in Renta.

"Permangono le incertezze perché, in fondo, c’è ancora preoccupazione per la crisi economica e va ricordato che Trump si è tirato indietro rispetto alle sue dichiarazioni di giovedì scorso, secondo le quali ci sarebbe stato un rapido accordo con la Cina. Ieri, infatti, aveva annunciato esattamente il contrario, che non vedeva alcuna possibilità di raggiungere un accordo a breve termine. Questa è la realtà con i negoziati tra i due paesi completamente femi e le dichiarazioni di possibili misure dure da adottare da parte dei cinesi", aggiunge José Luis Cárpatos, CEO di Serenity Markets.

A questo proposito, ricordiamo che circa un decennio fa la Cina ha superato il Giappone come il più grande detentore straniero del debito statunitense e la maggior parte degli analisti concordano sul fatto che "la vendita su larga scala da parte di Pechino perturberebbe il Tesoro e altri mercati", secondo la Reuters.

Su queste linee, Link Securities ricorda anche che "Trump ha indicato che le tariffe statunitensi sulle merci importate dalla Cina potrebbero aumentare in modo sostanziale, molto facilmente. Tuttavia, il presidente degli Stati Uniti ritiene ancora che un accordo commerciale è possibile perché la Cina non può continuare a pagare i dazi”.

In risposta, il portavoce del ministro degli esteri cinese Lu Kang ha sminuito questi commenti, "evidenziando l'incoerenza della retorica da parte degli americani", aggiungono gli esperti di Link Securities.

Giappone

Le "gesta" del presidente degli Stati Uniti nei suoi rapporti con il Giappone attirano le attenzioni degli analisti. "Ci sono dichiarazioni contraddittorie che indicano che Trump sarebbe disposto a chiudere l'accordo in agosto, ma il Giappone ha negato tale ipotesi", avvertono da- Banca March.

Secondo questi esperti, "al momento l'entrata delle tariffe sulle automobili sembra rinviata, Trump cerca un accordo per dare un maggiore accesso ai prodotti agricoli statunitensi. In questo contesto, gli Stati Uniti negoziano con un certo vantaggio, poiché il Giappone ha bisogno di un alleato forte di fronte alla crescente influenza della Cina e alla belligeranza della Corea del Nord".

Iran

Anche le notizie che arrivano sulle relazioni tra Stati Uniti e Iran sono contraddittorie. Secondo Reuters, l'Iran ha dichiarato oggi di non vedere alcuna possibilità di negoziati con gli Stati Uniti, un giorno dopo che Trump ha detto che un accordo con Teheran sul suo programma nucleare era possibile. "Penso davvero che l'Iran vorrebbe fare un accordo, e credo che questo sia molto intelligente da parte loro ", ha detto Trump ieri.

Arrivata subito la risposta di Abbas Mousavi, portavoce del Ministero degli Esteri iraniano: "attualmente non vediamo alcuna prospettiva di negoziati con gli Stati Uniti".

La BCE avverte dei rischi

Peter Praet, capo economista della Banca centrale europea (BCE), ha evidenziato "reazioni anti-globalizzazione" che stanno facendo danni agli investimenti in tutto il mondo e ha criticato il presidente Donald Trump per il suo messaggio "America First".

"Praet ha dichiarato che la politica monetaria non può risolvere tutti i problemi e che questo messaggio dovrebbe essere trasmesso dalle banche centrali all'opinione pubblica", hanno commentato da Banca March.

Nel caso del conflitto commerciale tra Stati Uniti e la Cina, gli analisti di Link Securities, riprendono i calcoli dell'agenzia Bloomberg, indicando che l'aumento delle tariffe fino al 25% su 250.000 milioni di dollari di merci importate dalla Cina (annunciato il 10 maggio), e la risposta della Cina di aumentare dal 5% al 25% le tariffe su una serie di merci importate dagli USA, comporterà una riduzione del PIL della Cina dello 0,5% e di quello degli USA dello 0,2% in un orizzonte temporale di 2 anni, rispetto ad uno scenario senza guerra commerciale”.

"Il conflitto commerciale sembra ben lungi dall'essere risolto a breve termine. Al momento, non crediamo che l'impatto dell'attuazione delle tariffe da parte di Stati Uniti e Cina sarà molto forte sulla crescita di entrambe le economie. Il problema è che ‘la battaglia’ andrà oltre e che entrambe le parti scelgono di adottare nuove misure di pressione, che potrebbero finire per avere un impatto significativo sulla crescita economica di entrambi i paesi e sull'economia mondiale nel suo complesso", concludono gli esperti di Link Securities.

Ultimi commenti

Se ci illudiamo di fermare la Cina con i dazi siamo veramente degli sciocchi. Sono 1,7 miliardi di persone con una organizzazione ed una tecnologia avanti rispetto a tutti e..... Con tante riserve.... Ma anche tanti debiti. Ma ci non ne ha? Forse solo la Germania.. Ma con i soldi... Non conquistò il mondo con i debiti si. L'america cerca di recuperare ma ha perso il treno facendo guerre inutili da 50 anni
Fenomeno? O catastrofe? Vedremo!
Catastrofe
Trump è l'unico che si oppone a un futuro del mondo in mano alla Cina e anche se può creare problemi economici adesso il suo è un atteggiamento che secondo me nel futuro porterà i suoi frutti per un economia più equa a livello mondiale a beneficio di tutti
Trump deve solo sperare che le nazioni non scelgano altre valute oltre al soldato se no crolla l'america. Aspetta che il mondo scelga €e poi vediamo come vanno gli scambi mondiali. La Cina può contare sulla propria economia interna e le risorse le può comprare da noi dalla Russia e da tanti altri pagandolo in € comodamente e tagliando fuori l'america
"per un economia più equa a livello mondiale a beneficio di tutti"  HAHAHA, nel 2019 c'è ancora chi crede alle favole! Basta vedere che Jeff Bezos, Bill Gates e Warren Buffett hanno ricchezza pari ad altri 160 milioni di americani per capire che la dottrina degli USA è di avere pochi super-ricchi e il resto del mondo come loro poveri servi.
Trump ha preso la diplomazia e ci si sta pulendo il c..o. Fermatelo prima che faccia danni seri.
È una vergogna essere alleati di un paese guidato da un personaggio del genere
La cosa vergognosa e avere un cervello bel genere
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